L'intervista

domenica 2 Novembre, 2025

Ianeselli contro piazza Dante: «La Provincia si impone, non va bene. Ho un’altra idea di autonomia»

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Valdastico, asili gratis, Cpr e San Vincenzo, il sindaco di Trento: «Fugatti fa tutto senza confrontarsi con il Comune. Ma così non si rispetta la comunità e si agisce lo stesso centralismo che si critica a livello nazionale»

Tutt’altro che «Fugaselli». Il sindaco di Trento, in queste ultime settimane, ha incarnato l’anti-Fugatti. Contro l’imposizione del Cpr e il conseguente taglio dell’accoglienza «che impatta fortemente sul capoluogo»; contro lo spostamento dell’uscita della Valdastico a Trento sud «deciso senza alcun confronto»; contro, per certi aspetti, all’abbattimento delle rette degli asili: «Perché noi le abbiamo già abbassate, e ora la Provincia paga l’importo residuo. Una beffa per il Comune di Trento, e c’è chi ci vede anche del dolo».

La facevano troppo «consociativo». Ora si è iscritto al partito del no?
«Assolutamente no. So che c’è chi vorrebbe disegnarmi come l’esponente della sinistra che si oppone a tutto, ma non è così. Rigetto con forza questa caricatura. Anche perché testimoniano il contrario le molte scelte fatte dalla mia amministrazione».

Quindi, va tutto bene?
«No, perché posso dire che ci sono state due settimane difficili».

Dall’annuncio della costruzione del Cpr?
«Quello era già annunciato, e come sindaco non avevo granché di motivi per oppormi. Posto che sono convinto che i cittadini stranieri irregolari che delinquono devono essere espulsi, lo Stato può prevedere centri di questo tipo, che a dire il vero sono stati avviati dal centrosinistra ormai molti anni fa. La Provincia poteva semmai concordare con lo Stato una gestione più attenta ai diritti umani, ma questa è un’altra cosa. Perché il vero annuncio è stato un altro».

Quello del dimezzamento dei posti in accoglienza.
«Qualcosa di clamoroso, che ha spiazzato tutti. Significa aumentare di moltissimi il numero di richiedenti asilo in strada, senza dimora».

L’impatto, lo ha detto lei fin da subito, è sul capoluogo.
«È così. Ed è per questo che a volte si ha la sensazione che in Provincia pensino di essere l’incarnazione assoluta dell’autonomia. Che per me, invece, è l’insieme di tutte le autonomie, dei territori, di città e di valle. Sono contro al centralismo romano, ma qui assistiamo a un centralismo trentino. Decide tutto la giunta provinciale, e gli altri subiscono. Qualcuno ha detto: i soldi li mettiamo noi, decidiamo noi».

Lo ha detto il governatore Fugatti a proposito della polemica sulla localizzazione del palazzetto a San Vincenzo.
«Un’uscita davvero infelice. Se lui ha i soldi, io potrei dire che ho la competenza sull’urbanistica. Se mi metto di traverso non si fa nulla. Ma ha senso farsi le ripicche? Siamo amministratori, non signorotti medievali. E quando un amministratore parla di soldi, deve ricordarsi che sono pubblici, della comunità. Comunità che devono essere coinvolte, sempre».

Asili gratis. Che cosa ne pensa?
«Su questo bisogna essere chiari. L’abbattimento delle rette degli asili, ma anche l’apertura delle scuole a luglio, è la giusta direzione. Bisogna dirlo con forza. Non a caso il Comune di Trento, sugli asili, ha deciso una forte riduzione delle rette fin dall’inizio del mio primo mandato».

Questo, ora, potrebbe ritorcersi contro di voi. La Provincia pagherà alle famiglie il residuo al netto dei contributi nazionali e della retta comunale. Chi dunque non ha abbassato la retta avrà più entrate.
«Mi auguro che non succeda. Per quanto riguarda il bilancio del Comune di Trento stiamo parlando di un milione di euro, di sacrifici importanti per un’amministrazione. Spero tanto che non ci sia questo squilibrio tra amministrazioni, che non si penalizzino quelle che si sono impegnate ad abbattere le rette. Sarebbe una beffa, un danno, ma si potrebbe scorgere anche il dolo».

Che fare, ora?
«Sarebbe sensato riconoscere ai Comuni delle risorse per l’abbattimento delle rette. È brutto anche esteticamente che la Provincia rimborsi la tariffa pagata dalle famiglie ai Comuni, come se questi ultimi fossero i gabellatori e Fugatti il magnanimo».

Valdastico. Anche su questo punto ci sono state tensioni.
«Su questo non varrebbe nemmeno la pena perdere tempo. Se ne parla da decenni, per sette anni Fugatti ha detto che avrebbe portato a casa l’uscita a Rovereto sud. Non ci riesce e dice che, seppur non sia la soluzione ideale, ora la fa uscire a Trento sud. Così, come spostare un marciapiede. Anche questa volta senza un ragionamento complessivo. Perché un’uscita autostradale impatta su una città in termini viabilistici, urbanistici. Ma non perdiamo tempo, perché anche in Provincia sanno che un’autostrada non si farà mai. Anche perché, che senso avrebbe ora che si investe al massimo sul trasporto ferroviario? Insistere sulla gomma significa non avere chiaro quale sia il momento storico attuale».

Sindaco, la città sarà toccata anche dai Mondiali di Ciclismo. Sono previste opere importanti?
«Soprattutto di collegamento ciclabile. Perché al netto dei contrasti su punti specifici, con l’amministrazione provinciale ci si confronta. Ci sarà il collegamento tra la città e il lago di Garda con una ciclabile attraverso il Bus de Vela e verso l’area di San Vincenzo».

Ultimo tema, la casa. Gli affitti brevi, la difficoltà delle famiglie nel trovare locazioni abbordabili.
«Un tema vero, sentito. I Comuni possono intervenire limitatamente, sull’Imis, su strategie urbanistiche. Pesa, sugli sfitti, la norma nazionale. E la mancanza di una politica provinciale. Io sposo la visione socialdemocratica, in questo caso: le case popolari deve costruirle l’ente pubblico, anche per calmierare i prezzi».

In barba al consumo di suolo zero?
«La questione è da porre. Perché su questo, la visione troppo dogmatica, rischia di danneggiare le fasce più povere. Io sono per il consumo zero, ma se è possibile costruire in altezza».

Un’ultima domanda. Il dissing con il segretario della Cgil Andrea Grosselli è rientrato? Vi siete chiariti?
«Ci siamo visti. Mi ha spiegato che era preoccupato per il periodo nero che arriverà se non si fa nulla per sostenere l’industria trentina. Il suo obiettivo era quello di portare consapevolezza sul tema, anche alzando i toni con me».

E lei cosa ha risposto?
«Che le politiche industriali le fa la Provincia, non il Comune. Ma che sono d’accordo con lui, che dicevo la stessa cosa quando ero io il segretario della Cgil, prima di lui».