L'operazione

sabato 28 Giugno, 2025

Gioco d’azzardo, in Trentino spesi 400 milioni di euro. E la Finanza rileva 38 irregolarità fra slot e totem non autorizzati

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Tre sono le denunce formalizzate dalle Fiamme Gialle

Tra l’anno scorso e il maggio di quest’anno le attività di contrasto del gioco e delle scommesse illegali svolte dalla Guardia di finanza di Trento hanno portato a contestare e verbalizzare irregolarità a 38 soggetti, dei quali 3 deferiti all’autorità giudiziaria. Nello stesso periodo a Bolzano le irregolarità messe a verbale sono state 47 e le denunce all’autorità giudiziaria 2. Nelle ultime settimane, sotto l’egida del Comitato per la prevenzione e la repressione del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori (Copregi), l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, la Polizia di Stato, i Carabinieri e le Fiamme Gialle hanno condotto un’intensa attività di verifica sul gioco d’azzardo su tutto il territorio nazionale. Durante questa operazione, sono state controllate complessivamente 618 attività operanti in diversi ambiti del sistema di gioco pubblico, tra cui punti di vendita di scommesse, punti di vendita ricariche, esercizi commerciali e circoli privati con presenza di apparecchi da gioco, slot machine. Sono stati individuati 22 punti di raccolta scommesse non autorizzati, sequestrate 149 slot e dispositivi di gioco irregolari, oltre a 35 totem e 20 personal computer utilizzati per connettersi a siti di gioco illegali. Sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria 46 soggetti e riscontrate 231 violazioni amministrative, con sanzioni complessive per 5,7 milioni di euro.

 

In Trentino nel 2022 – ricorda la giunta provinciale – sono stati spesi nei giochi legali 406,4 milioni di euro, prevalentemente in scommesse e poker, mentre le perdite totali hanno superato i 18 milioni di euro. Ieri la giunta ha approvato le «Azioni per la prevenzione e il contrasto al Gioco d’azzardo patologico» come integrazione delle Direttive per la programmazione dell’offerta dei servizi nell’area delle dipendenze, deliberate lo scorso marzo. «Il Disturbo da Gioco d’Azzardo Patologico rappresenta una rilevante problematica non solo sanitaria ma anche sociale, con gravi ripercussioni sulla vita delle persone coinvolte, delle loro famiglie e sulla comunità nel suo complesso – afferma l’assessore alle politiche sociali Mario Tonina – Affrontarla richiede competenze integrate, dialogo e un impegno condiviso. Come istituzioni, il nostro compito è fornire risorse, servizi e percorsi adeguati al fine di offrire una risposta integrata, veloce e forte. In tale ambito è necessario diventare più sofisticati nell’intercettazione e nella presa in carico degli utenti. Parallelamente devono essere implementati programmi di prevenzione diversificati per classi di età e che includano il gaming, il quale costituisce un fattore di rischio di dipendenza, in particolare per i più giovani. Un aspetto strategico riguarda inoltre l’attività di informazione e formazione ed il rafforzamento del divieto di pubblicità al gioco d’azzardo».

 

In coerenza con gli indirizzi definiti a livello nazionale e provinciale, sono state individuate, in collaborazione con l’Unità operativa dipendenze dell’Azienda sanitaria provinciale, le azioni finalizzate alla prevenzione e al contrasto del gioco d’azzardo, puntando a contrastarne la diffusione, ad aumentare l’intercettazione delle persone che presentano un coinvolgimento problematico, ad aumentare la ritenzione in trattamento terapeutico, ad aumentare l’intercettazione delle donne e favorire quella dei giovani under 24.
Nell’ambito della popolazione dei giocatori è necessario distinguere diversi target e bisogni.

La fascia di età adulta, over 40, predilige il gioco fisico, con una preferenza per le slot machines e Vlt, il Gratta & vinci, il Lotto e Superenalotto. Invece la fascia di età più giovane, soprattutto quella compresa tra i 18 e i 25 anni, predilige il gioco online, che negli ultimi anni ha sorpassato il gioco fisico. L’eventuale coinvolgimento con il gioco online è frequentemente taciuto o minimizzato da parte dei giocatori.
Le attività previste verranno attuate nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili presso l’Unità operativa dipendenze dell’Apss, la quale, entro tre anni dall’attuazione delle azioni, dovrà presentare un report di valutazione sulla realizzazione delle attività svolte, alla struttura provinciale competente.