Mondo
martedì 18 Novembre, 2025
Gemelle Kessler, confermata la morte per suicidio assistito: la fuga dalla Ddr, l’Italia, i soldi a Medici Senza Frontiere e la scelta (legale) di andarsene insieme
di Redazione
In Germania, la «morte assistita» è consentita a determinate condizioni: la persona deve, tra le altre cose, «agire in modo autonomo e di propria spontanea volontà»
Tutto insieme: il lavoro, la fama e infine anche la morte. Se ne sono andate così ieri a 89 anni Alice ed Ellen Kessler, leggendarie gemelle del mondo dello spettacolo. Nate il 20 agosto 1936 a Nerchau, in Sassonia, vivevano da anni a Monaco di Baviera.
Le due sorelle, famose anche in Italia come cantanti, ballerine, attrici e intrattenitrici, erano note anche come le «gambe della nazione», grazie alla loro iconica presenza scenica, resa celebre già nel 1959. Secondo la Bild che le due sorelle sarebbero morte in seguito a un doppio suicidio assistito. Secondo quanto riporta il giornale tedesco la polizia criminale è stata informata lunedì pomeriggio che le 89enni avevano optato per il suicidio assistito. In Germania, la «morte assistita» è consentita a determinate condizioni: la persona deve, tra le altre cose, «agire in modo autonomo e di propria spontanea volontà», autosomministrandosi il farmaco letale, oltre a essere maggiorenne e avere capacità giuridica. L’assistenza non può eseguire l’atto letale: questa sarebbe «eutanasia attiva», che è invece vietata. Inseparabili nella vita e unite anche nella morte, le Kessler avevano manifestato il desiderio di essere sepolte insieme, in un’unica urna, accanto alle ceneri della madre Elsa e del cane Yello.
Secondo quanto riportato sempre dalla Bild, un’auto della polizia si è recata presso la proprietà delle Kessler verso il mezzogiorno di ieri. Gli agenti dell’unità specialistica K12, regolarmente inviati sul posto, hanno potuto solo confermare la morte delle sorelle durante un primo esame dei corpi ed escludere un omicidio. È stato comunque aperto un fascicolo d’inchiesta. Nel 2006, le gemelle avevano donato in vita il loro intero patrimonio all’organizzazione «Medici Senza Frontiere», giustificando la scelta di dare tutto in beneficenza con il fatto che «nel mondo ci sono tante persone che hanno bisogno di donazioni». Giunte in Italia nel 1961 sono entrate subito nel corpo di ballo dello spettacolo di Antonello Falqui Giardino d’inverno, tra Don Lurio e il Quartetto Cetra poi Studio Uno, con Mina nel quale cantavano la sigla d’apertura Da-da-un-pa e Canzonissima. La danza faceva parte della loro vita da quando erano bambine, a 11 anni erano già nel programma per adolescenti del Teatro d’Opera di Lipsia, poi la fuga dalla DDR a diciotto anni. Trasferitesi a Parigi dal 1955 al 1960, sono poi arrivate nel nostro paese ed è grazie alla tv che sono diventate popolari. Da Mina ad Alberto Sordi a Raffaella Carrà hanno lavorato con i più grandi dell’epoca. Il loro successo è proseguito anche negli anni ’70, quando – tra le altre cose – hanno accettato di posare per Playboy. Ballerine, cantanti, attrici al cinema per Dino Risi ne Il giovedì con Walter Chiari e, con Alberto Sordi, ne I complessi. Noto un quartetto Mina, gemelle e Carrà in Milleluci.
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