Grandi opere
giovedì 23 Ottobre, 2025
Fugatti sul palco di Confindustria rilancia la Valdastico. Ma sparisce l’ipotesi dell’uscita a Rovereto sud. «Però l’impegno rimane»
di Donatello Baldo
Il governatore all'assemblea degli industriali ha affrontato un tema che era rimasto silente

Fugatti parla dopo Delladio, come da consuetudine. E il presidente della Provincia sembra sottoscrivere punto su punto le argomentazioni del presidente di Confindustria. Anche le rivendicazioni. Fa il suo appello all’unità delle imprese, «che possano parlare con una voce sola», poi si dice d’accordo sull’importanza «centrale e determinante» dell’industria in Trentino. E per dimostrare quanto ne sia convinta anche la sua giunta snocciola i dati del bilancio, i tanti incentivi al settore produttivo. Si dice d’accordo sul fatto che il tema casa sia da tenere al centro: «Le iniziative messe in campo stanno portando i loro risultati. Per i giovani, a regime, ci saranno duemila alloggi, e su RiVal e RiUrb un altro migliaio». Poi affronta «senza ideologie» — dice Fugatti — il tema del lavoro migrante: «Conosciamo il bisogno di forza-lavoro delle imprese ma crediamo si debba fare una distinzione tra rigore e necessità di accogliere chi si vuole davvero integrare».
Valdastico, si cambia
Ma il governatore va addirittura oltre e affronta una questione delicata: «Di solito durante le vostre assemblee annuali si parla di Valdastico». Questa volta il punto non è stato toccato, e allora lo tocca lui: «Quell’impegno rimane, ma proprio perché noi non siamo ideologici, siamo disposti a ragionare su altre ipotesi». Tradotto: se non possiamo far uscire A31 a Rovereto sud, uscirà altrove. Poi, a margine dei lavori dell’assemblea di Confindustria, Fugatti aggiunge: «Ma non uscirà in Valsugana». Le altre ipotesi sono quelle dell’uscita a Besenello, a Trento sud, o addirittura a Trento nord.
La prima reazione è dello stesso presidente di Confindustria Delladio: «La Valdastico? La nostra posizione è nota. Altri percorsi? L’importante è farla». In platea, ieri, c’era anche Alessio Manica, consigliere del Pd e grande oppositore della Valdastico a Rovereto, che ha presentato con il resto dell’opposizione un ostruzionismo invalicabile, che di fatto ha bloccato l’ipotesi iniziale di Fugatti: «Se varrà abbandonata l’uscita a Rovereto sarà un grande risultato della compattezza della minoranza che in consiglio hanno fatto emergere la pochezza motivazionale della maggioranza. Era proprio solo il capriccio di Fugatti. Come per Vasco».
«Impresa, una voce sola»
Tornando ai temi economici, le categorie economiche hanno accolto la relazione del presidente degli industriali Delladio con grande apertura, anche in riferimento a quel passaggio in cui afferma come «l’unità delle imprese sia importante», intenzionato a trovare «un nuovo luogo» in cui parlare con una voce sola. Cosa, tra l’altro, auspicata anche da Fugatti. «L’importanza di ricostituire l’unità del mondo economico — afferma Andrea de Zordo, presidente della Camera di Commercio — è evidente e non è più procrastinabile. È quindi fondamentale andare nella direzione di costruire un elemento che possa racchiudere la totalità del mondo imprenditoriale in modo da poter avere una voce unica nel confronto tra l’imprenditoria e la politica». E così Mauro Paissan, presidente di Confesercenti: «C’è la necessità di trovare un’unione, questo è quello che conta. Poi se serve un nuovo veicolo ne discuteremo. Ma è importante che ci sia la volontà di lavorare assieme». Soddisfatto anche Andrea Basso, presidente del Coordinamento imprenditori: «Il presidente ha parlato della necessità di fare le cose insieme. Poi se dobbiamo cambiare nome al coordinamento, pronti a farlo».
«Serve un piano industriale»
All’assemblea di Confindustria erano presenti anche i sindacati confederali. Cgil, Cisl e Uil firmano un comunicato congiunto: «Condividiamo l’appello del presidente di Confindustria, Lorenzo Delladio: al Trentino oggi serve concertare un piano di interventi straordinari, con politiche selettive che puntino alla crescita dimensionale, all’innovazione e all’internazionalizzazione del sistema produttivo locale. Serve rilanciare l’industria trentina per garantire salari più alti, per qualificare le opportunità di lavoro per i giovani e per sostenere l’attrattività del nostro territorio anche verso le persone che da altri paesi scelgono il Trentino per vivere e lavorare», scrivono i segretari Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher. «Se vogliamo davvero evitare che la crescita economica non si fermi a numeri da zero virgola come accaduto nel 2023 e nel 2024 — continuano — non si può prescindere dal ruolo del sistema manifatturiero e del terziario avanzato che garantiscono livelli di produttività e competitività più alti della media».
Sul fronte della contrattazione, arriva però la critica: «Crediamo che in alcuni settori accanto al livello aziendale si debba esplorare anche la strada dei contratti territoriali, soprattutto negli ambiti degli appalti di servizi o nei regimi convenzionali come quelli rappresentati dalla sanità privata. Non ci nascondiamo che su questo tema abbiamo idee diverse rispetto a Confindustria».
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