Politica

mercoledì 4 Gennaio, 2023

Fugatti bis in bilico, il vertice romano di Fratelli d’Italia rimescola le carte. E spunta Migazzi

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Nella capitale il nome del governatore viene dato come «sacrificabile» tra quelli in quota Lega. E rispunta per la presidenza il nome di Matteo Migazzi

La voce di una riunione del centrodestra nazionale sulla partita delle regionali era nell’aria. Ed era nell’aria anche la tensione tra Lega e Fratelli d’Italia, perché la distribuzione dei governatori dev’essere ora valutata alla luce del peso dei partiti, che non è più quello di prima. La Lega non può rivendicare tutto il nord, ad esclusione del Piemonte di Alberto Cirio (FI), e passando dal Friuli Venezia Giulia al Veneto — dove lì i governatori leghisti sono intoccabili — c’è anche il Trentino. C’è Maurizio Fugatti, che sul bilancino usato a Roma per pesare i presidenti di Provincia e di Regione è apparso il più debole.
La riunione romana non si è concentrata sul Trentino e su quanto succederà alle provinciali del 2023, ma nell’accordo generale sembra che proprio Trento sia l’oggetto del contendere. Un’indiscrezione di ieri, pubblicata su Twitter da «Ultimora.net», conferma tutto: «Non ci sarebbe l’accordo sulle elezioni provinciali di Trento nel centrodestra: Lega e Forza Italia — si legge nel testo del tweet del sito di informazione politica — sono pronte a sostenere ancora Maurizio Fugatti, ma Fratelli d’Italia va verso lo strappo». Quali siano stati i termini utilizzati durante la riunione dei vertici del centrodestra non è dato sapersi, e non è chiaro nemmeno quanto sia profonda la distanza tra le forze politiche. Sembra però che i sostenitori di Fugatti abbiano cercato di spiegare come una ricandidatura faciliterebbe la vittoria, rimarcando soprattutto il risultato politico che potrebbe portare in dote il governatore uscente: l’accordo con il Patt, che renderebbe strutturale l’alleanza con gli autonomisti come riuscì a fare Lorenzo Dellai in passato. Un’indiscrezione, questa, che alcuni notabili del partito di Giorgia Meloni in Trentino hanno accolto sorridendo: «Ma cosa vuoi che interessi a Roma delle Stelle Alpine. Per il centrodestra nazionale il Patt è una lista civica, niente di più. Non è l’Svp, che governa l’Alto Adige e che esprime deputati e senatori».
I dubbi romani, espressi da Fratelli d’Italia sul tavolo del centrodestra, sono però la conferma dei dubbi espressi dallo stesso partito a Trento. A chi insiste sul Fugatti bis come fosse un automatismo — la stessa Lega trentina, ma anche La Civica di Mattia Gottardi e gli autonomisti di Walter Kaswalder — Fratelli d’Italia ha sempre risposto che «si decide anche a Roma» e non solo in Trentino. Facendo capire che non dev’essere dato mai nulla per scontato, non se Fratelli d’Italia è passata in Trentino da percentuali tanto basse da rimanere fuori dal Consiglio provinciale a primo partito, facendo le scarpe proprio alla Lega di Matteo Salvini.
Ma se non sarà Fugatti, quale nome potrebbe proporre al centrodestra il partito di Giorgia Meloni? A questo punto ritorna al centro della scena il nome di Matteo Migazzi, proposto inizialmente da Azione per il centrosinistra. La sua candidatura in alternativa a Fugatti si era «bruciata» quando al «T» disse di essere un tecnico a disposizione di entrambe le coalizioni. Quella di centrosinistra lo scaricò, ma quella di centrodestra apprezzò la sua chiarezza, anche perché non riusciva a capacitarsi come potesse, il genero del viceministro Maurizio Leo di Fratelli d’Italia, pensare di potersi candidare per il Pd e i suoi alleati.
Nessuno dice oggi che Migazzi è tra i nomi da proporre in alternativa a Fugatti, ma nessuno lo esclude. Fratelli d’Italia fa sapere, anzi, che è un profilo molto interessante, e il nome potrebbe piacere anche al Patt, indipendentemente da Fugatti.