Itinerari
lunedì 20 Ottobre, 2025
Foliage, storia di un’estetica che è diventata un booster per il turismo: ecco i luoghi più suggestivi in Italia e in Trentino
di Daniele Benfanti
Dal momjigari giapponese alle trasferte degli americani in New England. E anche in Europa e orma un must. I pezzi forti del Trentino: dall'Alpe Cimbra alla val di Tovel
Manca poco, una decina di giorni (dipenderà anche dal meteo) al picco. Ma come rivela il colpo d’occhio la stagione del foliage è iniziata, anche in Trentino. Le foglie degli alberi cambiano colore per effetto dalla differente escursione termica tra il giorno e la notte, che dalle nostre parti non è mai mancata, nonostante il rischio di «ottobrate». Dal verde smeraldo dell’estate piena, i colori si fanno via via più caldi, creando un acceso prisma di sfumature dal giallo all’arancione al rosso carminio, al marrone, che dà origine al foliage, termine inglese che letteralmente significa «fogliame». «Autumn foliage» sarebbe il termine completo, da leggere all’inglese e non alla francese. Una medicina per l’anima, una risorsa per il turismo. Con sempre più «adepti» pronti a immergersi in scenari fiabeschi e romantici che spesso non durano che pochi giorni.
Le origini del turismo da foliage
Gli stati americani del Maine e del New England, e il Giappone, sono le culle del fenomeno del foliage come dinamica sociale di gruppo, attrattiva turistica e naturale, valorizzazione fotografica. In Giappone il foliage è conosciuto con il nome di «momijigari». Letteralmente significa «caccia alle foglie rosse»: il termine è formato da «momiji», «foglie rosse di acero», e da kari, «caccia»: la parola indica la tradizione molto radicata di andare a visitare i luoghi in cui le foglie degli alberi in autunno assumono tonalità accese. Quella di «andare insieme a vedere le foglie» («kapukai») per i giapponesi è una ritualità da condividere. Ordine e organizzazione nella società nipponica non fanno difetto neanche in questo caso: ogni anno, infatti, diverse associazioni ed agenzie locali, come la Japan Weather Association o la Japan Meteorological Corporation, rilasciano di continuo dei veri e propri bollettini con le previsioni di inizio e di picco della colorazione più accesa, elaborando mappe dettagliatissime che indicano con precisione lo stato di colorazione di ogni singolo giardino, parco, tempio, santuario, montagna, lungofiume in tutto il territorio del Giappone. L’acero giapponese, con le sue foglie palmate e dimensioni che arrivano anche a otto metri di altezza, è l’assoluto protagonista del foliage del Sol Levante. Il Maine non è da meno: anche qui il foliage è una religione e motivo di viaggio per molti turisti e visitatori. Il tasso di colorazione delle aree boschive dello stato americano vengono segnalate da mappe sui siti governativi, che indicano anche le strade più spettacolari in quel momento, come la «foliage route».
Perché le foglie cambiano colore
Il foliage è un fenomeno naturale influenzato da diversi fattori: la temperatura, l’umidità, ma anche il microclima nelle singole aree. Alcune specie vegetali cambiano il colore delle foglie direttamente dal verde al marrone mentre il cambiamento graduale, attraverso le tonalità dal giallo al rosso, è caratteristico delle piante caducifoglie, tipiche delle zone dal clima temperato. Le foglie svolgono un compito centrale nel mondo vegetale: forniscono energia all’albero tramite la fotosintesi: la luce del sole viene utilizzata, grazie alla clorofilla, per produrre il glucosio che le piante utilizzano per crescere. La clorofilla dona il tipico colore verde al fogliame. All’arrivo dei primi freddi autunnali, però, gli alberi si preparano per una sorta di letargo, ignorano le proprie foglie ormai inutili alla crescita vegetativa che non c’è, e smettono di produrre la clorofilla, i cui livelli calano per lasciare spazio ad altri pigmenti che regalano le accese tonalità che ben conosciamo: l’arancione, portato dai carotenoidi, il giallo delle xantofille, e le antocianine, rossicce.
Il foliage in Italia
Non c’è praticamente regione italiana che non abbia il suo angolo privilegiato per il foliage: si va da Val d’Isarco, Val di Funes e dall’Alpe di Siusi nel vicino Alto Adige al Parco regionale del Monte Beigua, in Liguria, al Parco Nazionale del Gran Paradiso e alle valli Ferret e Veny, in Valle d’Aosta. Il Piemonte offre l’esperienza unica del treno del foliage che percorre la Ferrovia Vigezzina-Centovalli, tra Ossola e Canton Ticino, per un itinerario lungo 52 chilometri che collega Domodossola a Locarno. In Lombardia la tappa da non perdere è la Foresta dei Bagni di Masino, con i suoi faggi secolari, in Valtellina. L’Emilia Romagna offre i poco conosciuti Colli piacentini. In Veneto gli esperti segnalano i boschi del Cansiglio, nel Bellunese. Due i poli per ammirare l’autunno in Toscana: le suggestive e mistiche Foreste Casentinesi e la selvaggia Garfagnana. Ma anche le regioni centrali d’Italia possono dire la loro: il Parco dei Monti Sibillini tra Marche e Umbria, il Parco Nazionale della Majella e il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, coi suoi altopiani, e i vulcanici Monti Cimini nell’Alto Lazio, nella Tuscia. Infine il Sud: la Campania, con il Parco dei Monti Picentini e quello dei Monti del Matese, il Bosco di Verrutoli, nel comune materano di Irsina, in Basilicata, e il Parco Nazionale della Sila in Calabria.
Le culle del foliage in Trentino
Dopo gli anni del Covid e la massiccia campagna di Trentino marketing per valorizzare le «belle stagioni» di mezzo, l’autunno è decollato come attrattore turistico in Trentino proprio grazie al foliage e alle foto accattivanti sui social network. Uno dei territori che ne ha fatto una bandiera, è l’Alpe Cimbra. Daniela Vecchiato è la direttrice della locale Apt: «Nel nostro territorio abbiamo ben quattro itinerari – spiega – indicati per il foliage. Abbiamo realizzato anche una mappa del foliage, così come anche l’Apt Paganella. Da inizio novembre c’è un’esplosione di colori. I percorsi che consigliamo per apprezzare i colori autunnali sono il Respiro degli alberi a Lavarone, la Valle del Rosspach a Folgaria (con tanti faggi e la presenza di corsi d’acqua che regalano splendidi contrasti e riflessi), la Forra del Lupo a Serrada, sopra la Valle di Terragonolo, e il Sentiero delle fiabe in Vigolana. Il numero di appassionati sta crescendo, grazie ai social. Si tratta di un turismo di prossimità: arrivano soprattutto da Veneto e Lombardia. Potremmo davvero investire su un tour del foliage in Trentino, perché ogni zona ha le sue peculiarità; i visitatori oggi cercano persino le nebbie per fare foto a contrasto con i colori degli alberi». Anche la Valsugana in questi giorni è un piccolo paradiso di colori d’autunno: i tappeti di foglie gialle di faggio e tiglio nell’appartata Val di Sella, i color oro dei larici che attorniano il Lago delle Prese, in Lagorai, versante di Roncegno. Spettacolari anche i castagni di Torcegno. I colori caldi di acacie e betulle fanno da contorno, invece, allo specchio del Lago di Levico lungo la Strada dei pescatori. In Tesino da segnalare gli abeti e i larici che accompagnano lungo il percorso di Fradea sopra Castello, Passo Brocon, l’altopiano di Celado e l’Arboreto. Non troppo lontano dalle città, Trento e Rovereto, c’è il Lago di Cei con la sua pittoresca conca a regalare le più belle sfumature d’autunno all’occhio degli appassionati. Caratteristico, con i colori d’autunno, il sentiero dei castagni a Castione di Brentonico. Altra meta a portata di città, a Ville di Giovo, nella zona di Monte Corona (Val di Cembra). E nel Trentino Occidentale meta d’obbligo la Val di Tovel con l’omonimo lago, oltre alla zona di Fai della Paganella. Ai piedi del Brenta la zona di Vallesinella, raggiungibile da Campiglio. Nel Chiese, l’altopiano di Boniprati (comune di Pieve di Bono – Prezzo) e la nota Val di Fumo le aree più suggestive. Senza dimenticare l’Alta Val di Rabbi con le cascate del Saènt. Nel Trentino Orientale la Val Canali a ridosso delle Pale di San Martino e la Val di Fiemme sono in grado di regalare emozioni a chi cerca le sfumature del foliage.
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