clima
sabato 25 Ottobre, 2025
Estate 2025, ghiacciai trentini sempre più in difficoltà. Persi 2,1 metri di acqua
di Redazione
Le prime valutazioni del bilancio di massa annuale: il Careser ha registrato la situazione più critica
L’estate 2025 conferma le difficoltà dei ghiacciai trentini. Le prime valutazioni del bilancio di massa annuale, basate sulle misurazioni estive, indicano perdite di spessore comprese tra 65 centimetri e 2,10 metri di acqua equivalente, valori che evidenziano una stagione ancora una volta sfavorevole alla conservazione dei ghiacciai. Nonostante alcune nevicate estive in quota, solo le superfici situate alle altitudini più elevate hanno limitato in parte la fusione, mentre quelle a quote inferiori hanno registrato una forte perdita di massa. Le rilevazioni sono state condotte dall’Ufficio Previsioni e pianificazione della Provincia autonoma di Trento, insieme alla Commissione Glaciologica della Sat (Società degli alpinisti tridentini), al Muse, al Servizio Glaciologico lombardo e all’Università degli Studi di Padova.
Il ghiacciaio del Careser ha registrato la situazione più critica: le scarse precipitazioni nevose invernali e le temperature elevate hanno portato a un precoce affioramento del ghiaccio già a metà luglio. Le nevicate estive non sono infatti bastate a compensare la fusione. Le misure indicano una perdita media di 2,10 metri di acqua equivalente, tra le più elevate dell’ultimo decennio.
Sul ghiacciaio del La Mare, situato a quota più alta, le nevicate estive hanno offerto una protezione parziale. A 3.250 metri, il ghiaccio è rimasto scoperto solo per 25 giorni, con 55 giorni di copertura nevosa tra luglio e settembre. Le ondate di calore di giugno e agosto hanno comunque causato fusione, ma oltre i 3.300 metri è rimasta neve residua invernale. La perdita media stimata è di 0,65 metri di acqua equivalente.
Sul ghiacciaio del La Mare, situato a quota più alta, le nevicate estive hanno offerto una protezione parziale. A 3.250 metri, il ghiaccio è rimasto scoperto solo per 25 giorni, con 55 giorni di copertura nevosa tra luglio e settembre. Le ondate di calore di giugno e agosto hanno comunque causato fusione, ma oltre i 3.300 metri è rimasta neve residua invernale. La perdita media stimata è di 0,65 metri di acqua equivalente.
Sul ghiacciaio dell’Adamello-Mandrone, alla quota di 2.600 metri, si sono misurati circa 4 metri di ghiaccio fuso, con perdite rilevanti fino a 3.200 metri. La neve invernale è sopravvissuta solo alle quote più elevate, su un’area limitata e insufficiente a bilanciare le perdite. Su una superficie di 13,05 km², la perdita media stimata è di 1,10 metri di acqua equivalente.
Il calcolo rigoroso del bilancio di massa verrà elaborato nei prossimi mesi secondo la metodologia validata negli ultimi anni.
Il calcolo rigoroso del bilancio di massa verrà elaborato nei prossimi mesi secondo la metodologia validata negli ultimi anni.