Cronaca
mercoledì 1 Ottobre, 2025
Esercito in città, il questore frena e il sindaco rilancia: «Il comitato sicurezza disse di sì già nel 2024»
di Patrizia Rapposelli
Nicola Zupo ha affermato che «l’esercito non è indispensabile», ma «sarà una risorsa per supportare la polizia ferroviaria in stazione»

L’esercito in città divide il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, ma anche la politica. All’indomani delle dichiarazioni del questore si riaccende il dibattito. Il dirigente superiore Nicola Zupo, infatti, a margine della presentazione del nuovo vicario questore Salvatore Anania, si è detto scettico sulla presenza dell’esercito in città. «Un giudizio da tenere presente — commenta il sindaco Franco Ianeselli —È rassicurante che ritenga la situazione tranquilla in città. Ma il Comitato disse di sì». E ieri in mattinata sindaco e questore hanno avuto un momento di confronto. Il consigliere di Fratelli d’Italia Daniele Demattè si dice perplesso, perché «l’esercito è necessario anche alla Portela e in Santa Maria. Spaccio e furti, la gente denuncia di meno».
«Stazioni sicure»
La richiesta dell’esercito in città era stata avanzata dal sindaco Ianeselli a febbraio 2024. «Queste sono settimane tranquille e forse in pochi ricordano il momento in cui, durante una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, ho chiesto che anche Trento potesse aderire al progetto “Strade sicure”», spiega il sindaco.
La proposta era stata condivisa perché in quel periodo erano stati registrati alcuni episodi di microcriminalità che avevano allarmato i cittadini. «Durante quella seduta si è convenuto che la presenza di qualche militare dell’esercito in posizione strategica potesse costituire un presidio e insieme un deterrente», spiega Ianeselli. Che precisa: «Sappiamo che non si tratta di un intervento risolutivo anche perché molti problemi nascono dalla precarietà abitativa, dalla diffusione delle dipendenze, dalla fallimentare gestione dell’accoglienza. È anche in questo campo che è necessario intervenire con più determinazione». E a settembre 2025 è arrivata la risposta positiva anche dalla neo prefetta di Trento, Isabella Fusiello. Ora mancherebbe solo il via libera del Ministero dell’Interno. E se da Roma arrivasse il sì, i soldati sarebbero impiegati nel progetto «Stazioni sicure», non «Strade sicure». Infatti, i soldati presiederebbero solo l’area della stazione di Trento. E solo in concomitanza con le Olimpiadi invernali.
Il questore di Trento, però, ha affermato che «l’esercito non è indispensabile», ma «sarà una risorsa per supportare la polizia ferroviaria in stazione», perché «per pattugliare la città ci siamo già noi e le altre forze dell’ordine». E a questo Ianeselli risponde chiaro: «“Stazioni sicure” sarà un piccolo contributo al lavoro straordinario delle forze dell’ordine, che ringrazio, a cui non possiamo chiedere di presidiare un singolo luogo in modo permanente vista la vastità del territorio».
Comitato diviso
Il questore Zupo, invece, ha motivato così la sua posizione: «La sicurezza è sotto controllo». Un pensiero condiviso anche dall’ormai ex comandante del Comando provinciale dei carabinieri di Trento, che prima di lasciare Trento ha dichiarato: «Non c’è un aumento di criminalità», aveva dichiarato il colonnello Matteo Ederle nei giorni scorsi. Ma sul tema esercito, le posizioni sono diverse rispetto al questore: «Una risorsa aggiuntiva. In tutta onestà, ogni giorno 40-50 auto di carabinieri, polizia, finanza e polizia locale si muovono in città, cosa cambierebbe con la presenza di una camionetta dell’esercito?». E poi Zupo ha tenuto a precisare che «i militari sono richiesti solo per carenza di polizia ferroviaria».
Il centrodestra
Il centrodestra che aveva richiesto a gran voce, per anni, che i militari presidiassero le città si sentono «traditi». «Sono in disaccordo con il questore — commenta il consigliere di Fratelli d’Italia, Daniele Demattè— La realtà è che le persone denunciano meno». Di nuovo nel mirino il centro storico: «La Portela e Santa Maria sono zone notoriamente problematiche per spaccio, furti, piccole risse. I militari dovrebbero vigilare anche in questi punti», non ammette repliche Demattè.
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