Politica
domenica 25 Giugno, 2023
Elezioni provinciali, centrodestra diviso. Fratelli d’Italia: «Se Fugatti non ci chiama, pronti a correre da soli»
di Redazione
Duro comunicato da parte del commissario regionale di Fratelli d'Italia, Alessandro Urzì: «La reiterata assenza del presidente uscente Fugatti nella trattativa in coalizione ha prodotto come unico risultato quello di amplificare le distanze fra le parti. Ne prendiamo atto»

Non accenna a diminuire la tensione tra Fratelli d’Italia e Lega in vista delle prossime elezioni provinciali. Anzi, la giornata di oggi (domenica 25 giugno) ha visto una nuova fiammata. Nel pomeriggio è arrivato un duro comunicato da parte di Alessandro Urzì, commissario trentino del partito di Meloni. Si può sintetizzare così: il presidente della Provincia Maurizio Fugatti latita nella «trattativa» con gli alleati, se «a lui va bene così ne prendiamo atto». Tradotto: se la sua «reiterata assenza» dovesse prolungarsi, Fratelli d’Italia è pronto a correre da solo.
La contesa sul candidato
La vicenda è nota. Lo scorso gennaio le forze politiche del centrodestra, da Forza Italia alla Civica fino ovviamente alla Lega, hanno designato il governatore uscente Fugatti come candidato presidente alle elezioni provinciali di ottobre. Tutte le forze politiche, tranne Fratelli d’Italia, che intende far valere il consenso conquistato a livello nazionale. Così il partito della premier Meloni ha avanzato la sua proposta alternativa: Francesca Gerosa, attuale presidente di Itea, come candidata presidente. E da gennaio ad oggi, ma soprattutto nelle ultime settimane, la dialettica tra i due partiti è stata particolarmente accesa.
«Fugatti completamente assente»
Fratelli d’Italia attendeva una chiamata da parte di Fugatti, ma non sarebbe mai arrivata. «È ben chiaro ormai che gli atteggiamenti attendisti e la reiterata assenza del presidente uscente della Provincia Maurizio Fugatti nella trattativa diretta in coalizione ha prodotto come unico risultato quello di amplificare le distanze fra le parti e a ridurre gli apparenti ed immediati margini di ricomposizione di una unità programmatica e politica in cui noi comunque crediamo ancora essendo sempre stati leali verso il concetto di coalizione, la stessa con cui governiamo l’Italia – scrive il commissario regionale di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì – Irrigidimenti che a questo punto vanno ascritti per assenza di iniziativa al presidente uscente che non è realmente mai entrato in partita facendo parlare (con i risultati sotto gli occhi di tutti) i suoi emissari capaci solo di porre patetici ultimatum senza uno straccio di confronto sulle tante incompiute di questa amministrazione. Ossia sull’idea di Trentino che invece FdI ha chiarissima in mente».
FdI pronto a correre da solo
Sul piatto si mette di nuovo l’ipotesi di una corsa solitaria di Fratelli d’Italia. «Se il presidente uscente non intende assumere alcuna iniziativa personale a nome di quel blocco di coalizione che a lui fa riferimento rinunciando ad ogni intervento di mediazione verso Fratelli d’Italia, Fratelli d’Italia sarebbe costretta a riconoscere l’incapacità attuale di gestione delle situazioni complesse prendendone atto – aggiunge Urzì – Fratelli d’Italia ha già un candidato presidente e liste che sono chiaramente al suo fianco, anche in via di formazione. Se al Presidente Fugatti va bene così ne prendiamo atto. Se no saprà dove rintracciarci per parlare a nome di chi gli ha affidato la fiducia. Ma in via diretta. Se vorrà confrontarsi direttamente con noi il presidente uscente potrà farlo a Trento ed a Roma».
L’ultimo tavolo
Il contrasto tra i due partiti è stato evidente al tavolo di coalizione convocato martedì scorso, che avrebbe dovuto avere un effetto riconciliativo, e invece. Fratelli d’Italia era convinto che fosse un tavolo politico, in cui toccare perlomeno il punto dell’allargamento della coalizione del 2018 alle altre forze di centrodestra come Coraggio Italia di Ivano Job e Michaela Biancofiore e Centro-Destra di Filippo Maturi. Ma la Lega ha impostato la discussione esclusivamente sul programma. E Fugatti non ha partecipato al tavolo. A bocca asciutta, quindi, Fratelli d’Italia, che ha subito in qualche modo l’imperativo leghista «si fa come diciamo noi».
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