politica
mercoledì 2 Agosto, 2023
Elezioni, Gottardi sull’accordo per la vicepresidenza. «Voti e preferenze per noi determinanti»
di Donatello Baldo
Nel centrodestra si levano voci critiche sulla «designazione» di Gerosa

Mattia Gottardi dribbla con eleganza la polemica sulla vicepresidenza della prossima eventuale giunta di centrodestra, «assegnata» a Francesca Gerosa ancor prima di passare dal voto: «Diciamo che noi abbiamo un approccio con il potere che intende questa parola come voce verbale e non come sostantivo».
Inteso come «poter fare», questo dice?
«Certo, perché i ruoli in sé non esprimono potere, ma mettono nelle condizioni di poter fare. Se si hanno le competenze, ovviamente».
Sta insinuando qualcosa?
«No, assolutamente, il mio discorso è generale. Credo però fortemente che le competenze siano il presupposto, il prerequisito. E guardo a noi, alla nostra formazione: La Civica cerca di porsi questo tema, quello della formazione della classe politica, della classe dirigente, investendo su amministratori, valorizzando le loro esperienze».
Oltre alle competenze c’è anche il voto. Questa non è una precondizione per ambire alle cariche pubbliche elettive?
«Ovviamente sì, e anche in questo caso il nostro approccio è di un rispetto altissimo per le scelte dell’elettore, per le loro indicazioni».
C’è però un comunicato stampa che annuncia l’avvenuto accordo tra Lega e Fratelli d’Italia sul nome di Maurizio Fugatti per la candidatura presidente che nel contempo indica però la vicepresidente in Francesca Gerosa.
«Ho letto il comunicato, ma mi sembra di ricordare che però si fa riferimento anche al voto, e si dice che le scelte saranno fatte successivamente alle elezioni. E credo che questa sia la via giusta, perché un conto sono i sondaggi e un conto il risultato delle urne. E anche in questo caso, parlo prima per noi, per la nostra lista: noi preferiamo relazionarci con la composizione di governo solo dopo la scelta fatta dall’elettore. Per il rispetto di cui parlavo prima».
Il tema qui è però l’«imposizione» di Fratelli d’Italia del nome di Gerosa.
«Preferiamo non guardare in casa d’altri. Noi ragioniamo in termini di comunità politica, non di singole persone. E posso dire che noi quel tipo di proposta non l’avremmo mai fatta, non è nel nostro modus».
Ma è un’anomalia indicare un nome in giunta prima del voto o un atto di trasparenza come invece afferma Gerosa?
«Ripeto: noi abbiamo un metodo diverso, noi faremo le nostre proposte dopo che si è espresso il corpo elettorale, sulla base di qualità e di competenza».
Questo dovrà valere per tutti? Anche per Fratelli d’Italia?
«Vale per tutti, perché sarà il voto a dare delle indicazioni di gradimento. Poi tutti, anche Fratelli d’Italia, dovranno interrogarsi di incrociare il risultato delle singole persone sulla base delle loro competenze. Anche in Fratelli d’Italia saranno fatte delle valutazioni, anche loro dovranno cercare questo equilibrio».
A proposito di equilibrio, in questi ultimi sei mesi ha contribuito anche lei a smussare gli angoli del confronto tra Lega e Fratelli d’Italia nell’ottica di unire tutta la coalizione. Come sono andate le trattative?
«In realtà sono stati due anni e sei mesi di trattative, ma preferirei dire di confronto, di relazioni. Sull’accordo con Fratelli d’Italia nessuno immaginava un esito differente. Molto meno scontato il risultato dell’allargamento della coalizione al mondo autonomista, un dialogo iniziato molto prima. E credo che questa sia la vera novità, il coinvolgimento del Patt, che con La Civica trasforma la coalizione in qualcosa di diverso dallo schema del centrodestra nazionale».
Dicevamo che l’ultima parola spetta agli elettori, ma che sensazioni avverte? Che risultato farà la sua lista?
«Abbiamo fatto un lavoro significativo sui territori, componendo una lista di candidati di altissimo profilo. Credo che saremo noi la vera sorpresa, che faremo davvero un bel risultato».
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