Il caso
giovedì 23 Ottobre, 2025
Educazione sessuale a scuola, l’Ordine degli infermieri di Trento: «Il divieto esteso alle medie mette a rischio la salute dei giovani»
di Redazione
L’Ordine delle Professioni Infermieristiche esprime preoccupazione per l’emendamento approvato dalla Commissione Cultura della Camera che vieta l’educazione affettiva e sessuale anche alle scuole secondarie di primo grado

L’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) della Provincia di Trento ha espresso profonda preoccupazione per l’emendamento approvato il 15 ottobre 2025 dalla Commissione Cultura della Camera, che estende il divieto delle attività didattiche relative all’educazione affettiva e sessuale anche alle scuole secondarie di primo grado, fino ai 14 anni, divieto già vigente nella scuola primaria.
In una nota, l’OPI di Trento sottolinea: “Questo divieto costituisce una grave negazione del diritto alla promozione della salute, riconosciuto a livello internazionale da UNESCO, OMS e UNICEF”.
L’Ordine si associa inoltre alle posizioni espresse dall’Ordine della professione di ostetrica, dall’Ordine degli psicologi e dall’Ordine dei tecnici di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e prevenzione della Provincia Autonoma di Trento.
Secondo l’OPI, l’educazione affettiva e sessuale condotta da professionisti qualificati rappresenta un intervento imprescindibile di promozione della salute. “Favorisce lo sviluppo di competenze emotive e relazionali, promuove la cultura del rispetto reciproco, la parità di genere e la consapevolezza corporea, contribuendo a prevenire fenomeni come bullismo, violenza, gravidanze precoci e malattie sessualmente trasmissibili”, spiegano dall’Ordine.
Il comunicato evidenzia anche l’importanza della scuola come luogo privilegiato per l’educazione alla salute. “Per orientare le nuove generazioni ad assumere comportamenti consapevoli, è fondamentale sviluppare abilità per una gestione responsabile della sessualità. La scuola rappresenta un luogo centrale, come previsto dal Piano provinciale della prevenzione 2020-2025, programma 1 ‘Scuole che promuovono salute’”.
I dati provinciali mostrano quanto l’educazione precoce sia necessaria: nel 2023 sono state 477 le denunce per violenza sulle donne, con un aumento del 3% rispetto all’anno precedente, mentre i Pronto Soccorso hanno registrato 478 accessi correlati a episodi di violenza, di cui 196 riconducibili alla violenza domestica. Parallelamente, circa il 25% degli undicenni trentini ha subito almeno un episodio di bullismo, e il 15% episodi di cyberbullismo negli ultimi due mesi precedenti all’indagine (dati Network HBSC 2022).
L’OPI di Trento avverte che la mancanza di educazione in età precoce lascia spazio a informazioni non controllate, facilmente reperibili online già dai 9-13 anni, con rischi concreti per la salute fisica, emotiva e relazionale dei giovani. “L’educazione affettiva e sessuale, insieme alla promozione di sani stili di vita e alla prevenzione delle dipendenze, è una necessità irrinunciabile per la tutela della salute e del benessere delle nuove generazioni”, affermano dall’Ordine.
Infine, l’OPI sottolinea l’importanza dei progetti multiprofessionali già attivi sul territorio provinciale. “Sosteniamo il potenziamento dei progetti di educazione alla salute dell’APSS, come modello virtuoso di integrazione tra competenze sanitarie, educative e sociali. L’auspicio è che la promozione della salute resti uno strumento centrale nella formazione dei giovani, in linea con le migliori evidenze scientifiche e con i principi etici che ispirano la professione infermieristica: responsabilità, cultura del rispetto e tutela della persona”.
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