Cultura

domenica 21 Dicembre, 2025

E se a Natale regalassimo un libro di poesie? Ecco i consigli di Nadia Scappini

di

Da Annalisa Rodeghiero a Lilia Slomp Ferrari, passando Gabrio Vitali: ecco alcune uscite del 2025

Annalisa Rodeghiero – Opposte verità

In solitudine e pienezza / abbandonarsi / al battito della parola dal / fuorimondo degli scorticati / farsi carico dell’ignoto / in sovversione delle cose, andare.
Si tratta di brevi, a volte folgoranti composizioni in versi alternate a prose liriche tese a rievocare un mondo di esperienze contrapposte, di contrasti e approfondimenti esistenziali.
In tal senso il titolo stesso della raccolta, «Opposte verit»à, acquista, in virtù della sua qualità ossimorica, una forte valenza programmatica.
Così, questa parola che dice / con o senza redenzione, come svelato in un lineare, sorprendente distico, costituisce il retaggio dal quale bisognerebbe ripartire, al fine di scoprire, per usare ancora due epifanie contenute nel libro, «il decodificarsi delle cose», l’«aprirsi di radura tra le costole».
«Opposte verità» è la recente silloge di Annalisa Rodeghiero, uscita nel 2025 per Mc edizioni, nella collana «Gli insetti», a cura di Pasquale Di Palmo.

Lorenzo Foltran – Khalvat

«Khalvat», parola in antico persiano estremamente evocativa, può significare isolamento, rifugio, ma anche intimità. Nella tradizione sufi allude al raccoglimento necessario alla contemplazione. L’opera di Lorenzo Foltran (Graphe, 2025), strutturata in tre movimenti, accompagna il lettore lungo un percorso di progressivo raccoglimento: dall’amore sacro e senza tempo alla forza dei legami nel presente, fino al fluire incerto e personale della memoria. La parola poetica si fa via via preghiera laica, evocando un amore immerso nel quotidiano ma proteso verso una dimensione spirituale, per dare poi voce a un sentimento che resiste nel tempo, rinnovandosi nella fatica dell’esistere. Nella parte finale, un naufrago in piscina galleggia tra ricordi e proiezioni, dove passato e futuro si sfiorano in una sospensione emotiva. Notevole la capacità di dare forma a un lirismo sobrio e profondo tramato di riferimenti culturali e tensione spirituale agganciati a una sensibilità contemporanea.

Biagio Accardo – Esercizi di riparazione

Il processo faticoso del ricordo implica un pellegrinare lungo l’asse del tempo per sanare una perdita irreparabile, quella del senso dell’origine. Nella poesia di Accardo l’eco di tale ferita si affida al suono di un mondo che dimora nell’assenza e che il poeta sa dispiegarsi nell’«ora presente» come frutto di una miracolosa dislocazione dal passato. In «Esercizi di riparazione» (peQuod, 2024), il poeta tenta attraverso la parola un recupero, sia pure parziale, dell’indicibile della visione e della memoria: Monolite di ghisa, arpionato al pozzo. Lì / pose mio padre una vecchia pompa / ad acqua, sottraendola alla polvere / di un deposito ferroviario. Senza spargimenti / di sangue ha soppiantato il secchio / dov’era bello vedersi nella crespatura / di un’acqua fredda e profonda. Ozia / nei lunghi mesi invernali, ma in primavera, / dopo qualche colpo a vuoto, che acqua / limpida versa, che scroscio, da mattina a sera!. La contemplazione sta tutta raccolta in ciò che si nega ai sensi per poi rivelarsi e tornare a nascondersi nell’inconoscibile (dalla prefazione di Pietro Romano).

Gabrio Vitali – Poesia che fa civiltà

Un libro che riflette sulle potenzialità della poesia nella vita contemporanea e ne delimita uno spazio preciso di esistenza e di azione. Fare poesia significa riflettere sulle cose del mondo e attribuire loro un ruolo e una posizione che si determinano con le parole. Scegliere le parole ha, dunque, una funzione civile, è un fare concreto per la comunità a cui si appartiene che si riverbera sui gesti quotidiani, sulle relazioni e sul dialogo con la più ampia comunità umana. Poesia e civiltà stanno insieme all’insegna del verbo «fare» che, come si sa, è verbo assai caro al poièin e rimanda a qualcosa che si costruisce con il sangue e con il corpo.
Il volume di Gabrio Vitali (Moretti & Vitali, 2024) è diviso in tre parti, in cui sono raccolti interventi e contributi pubblicati dall’autore negli ultimi anni: la prima, «La civiltà della poesia», getta le basi teoriche e pratiche della metodologia con cui l’autore, grazie a un’interrotta militanza svolta nei territori della poesia come attivo lettore e promotore di eventi, ha intessuto un’intensa relazione con tutto ciò che generalmente chiamiamo «poesia» e con i suoi «praticanti», che generalmente chiamiamo «poeti».

 

Lilia Slomp Ferrari – Nel lampo di Hiroshima

Una poesia che accetta di misurarsi con la Storia, in cui l’autrice si fa voce narrante, immergendosi nel dramma di quella pagina incancellabile attraverso la lettura delle testimonianze dei sopravvissuti e dei soccorritori, soffocando nella commozione. Prepotente e necessario l’urlo senza voce, quello che risulta più difficile descrivere senza inevitabili lacerazioni interiori. Un omaggio alla memoria di chi ottant’anni fa perse la vita, di chi lottò invano per la sopravvivenza, di chi sopravvisse patendo dolori inenarrabili, di chi riuscì a testimoniare, affinché questa immane tragedia non potesse più avere seguito. Affila il giardiniere la sua falce / quasi in sordina come fa il peccato. / Si stira nella luce il fior di loto. / Nessun presagio, nessun turbamento / al ronzio spavaldo dell’insetto / planato sopra l’onda dei capelli / in attimo fugace di possesso / quasi la chioma fosse una corolla.
«Nel lampo di Hiroshima» è la nuova raccolta di Lilia Slomp Ferrari, pubblicata da Raffaelli editore (2025), a cura di Paolo Ruffilli.

 

Gian Mario Villalta – Voce

Una buona lettura a voce alta ci permette di apprezzare appieno l’incontro con la voce «scritta» del testo, facendone strumento conoscitivo e interpretativo di grande valore, oltre che efficace.
Dalla nascita del linguaggio fino all’incanto del ritmo, in questo lavoro Gian Mario Villalta attraversa lo strumento primario della poesia, la voce, nella sua dimensione corporea e metaforica, considerando la dettatura interna dell’autore e il legame che il lettore può instaurare con il testo.
La lezione di Platone e le scoperte delle neuroscienze incontrano le parole dei grandi poeti, per rileggere in modo nuovo la letteratura del passato e di oggi. Con la confidenza profonda del poeta e la chiarezza dell’insegnante, Villalta consegna una riflessione da sperimentare anche in aula, come prezioso laboratorio didattico per la lettura poetica a voce alta.
L’autore di questo testo è anche direttore artistico del festival letterario pordenonelegge. «Voce» è stato pubblicato da Vallecchi (2025).