Economia

sabato 27 Dicembre, 2025

E-commerce in crescita, ma il 90% degli acquisti resta nei negozi fisici: Trentino al vertice per lo shopping online

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Secondo la CGIA il commercio elettronico continua a crescere, ma non ha scalzato i negozi di vicinato

Nonostante negli ultimi anni il commercio elettronico abbia registrato tassi di crescita più che doppi rispetto ai negozi di prossimità, la gran parte degli acquisti continua a svolgersi nei punti vendita fisici. A dirlo sono gli ultimi dati dell’Ufficio studi della CGIA, secondo cui circa il 90% delle vendite al dettaglio di prodotti avviene ancora offline, confermando il ruolo centrale del commercio tradizionale nell’economia reale.

Nel 2024 la penetrazione dell’e-commerce sul totale delle vendite retail si è attestata al 13%, con un’incidenza maggiore nei servizi (17%) e più contenuta nei prodotti (11%). In termini economici, gli acquisti online B2C hanno raggiunto 58,8 miliardi di euro, di cui 38,2 miliardi per i prodotti e 20,6 miliardi per i servizi. Numeri importanti, che però non ribaltano il peso complessivo del commercio fisico.

Guardando all’andamento più recente, nei primi dieci mesi del 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024, sia il commercio elettronico sia la grande distribuzione hanno segnato una crescita del 2,1%. Di segno opposto, invece, l’andamento delle vendite al di fuori dei negozi e delle piccole superfici commerciali, entrambe in calo dello 0,7%. Il divario emerge con maggiore chiarezza nel confronto di lungo periodo: rispetto al 2019, anno pre-pandemico, le vendite online sono cresciute del 72,4%, quelle della grande distribuzione del 16,4%, mentre i negozi di vicinato si sono fermati a un +2,9%, con un arretramento del commercio fuori dai negozi pari al 4,1%.

Per la CGIA, tuttavia, questi dati non raccontano una sostituzione, ma una convivenza complessa. Se l’e-commerce continua a guadagnare quote di mercato, i negozi tradizionali restano fondamentali per il fatturato complessivo, per l’occupazione, per il tessuto urbano e per la qualità della vita. Le esperienze internazionali dimostrano che nei Paesi dove la regolazione è più debole e la pressione fiscale maggiore, l’online cresce più velocemente; al contrario, dove il commercio urbano è sostenuto da politiche pubbliche, il negozio di prossimità riesce a resistere meglio.

Sul fronte dei consumatori, l’Italia resta indietro rispetto all’Europa. Secondo Eurostat, nel 2024 ha effettuato almeno un acquisto online il 53,6% degli italiani, contro una media UE del 71,8%. Peggio dell’Italia fa solo la Bulgaria. Tuttavia, negli ultimi dieci anni la crescita è stata significativa, con un incremento del 31,3%, superiore alla media europea. Un recupero lento ma costante, che nel medio periodo potrebbe avvicinare il Paese agli standard dei partner europei.

All’interno di questo quadro nazionale, il Trentino si distingue nettamente. I dati Istat mostrano che la Provincia autonoma di Trento è al primo posto in Italia per quota di residenti che hanno effettuato acquisti online negli ultimi dodici mesi: 49,2%, pari a 268.000 consumatori. Seguono la Valle d’Aosta e alcune regioni del Centro-Nord, mentre il Sud chiude la classifica, con la Calabria ferma al 27,6%. Un dato che conferma come il Trentino sia un territorio altamente digitalizzato, pur mantenendo una rete diffusa di commercio fisico.

Non tutti i settori, però, crescono allo stesso modo. La penetrazione più elevata dell’e-commerce si registra nell’abbigliamento, scarpe e accessori, dove oltre il 23% degli acquisti avviene online. Seguono i prodotti per la casa, i contenuti digitali e i servizi di trasporto. Più contenuta, invece, la quota online in altri comparti, dove il punto vendita fisico continua a offrire un valore aggiunto difficilmente sostituibile.

Secondo la CGIA, il successo dell’online è legato a fattori ormai strutturali: confronto immediato dei prezzi, acquisti 24 ore su 24, consegne rapide, possibilità di reso e un’offerta praticamente illimitata. A questo si aggiunge la capacità delle grandi piattaforme di operare su scala globale, con politiche di prezzo aggressive e, in molti casi, con una fiscalità più vantaggiosa rispetto a quella sostenuta dalle imprese locali.

Proprio per questo, l’associazione sottolinea come il futuro del commercio non passi da una contrapposizione ideologica tra online e offline, ma da una gestione consapevole della transizione. I negozi di prossimità non sono solo luoghi di vendita, ma presìdi economici e sociali che creano lavoro locale, rafforzano le comunità e rendono più vivibili e sicure le città. Senza una cornice politica ed economica capace di garantire concorrenza equa, il rischio è quello di impoverire i territori.

Per la CGIA, dunque, l’e-commerce è un fenomeno destinato a restare, ma non necessariamente a cancellare il commercio tradizionale. La sfida è trasformare l’innovazione digitale in un’opportunità condivisa, capace di valorizzare anche le piccole attività locali. Una partita che riguarda da vicino anche il Trentino, dove l’elevato utilizzo dell’online convive con un tessuto commerciale che resta un elemento chiave dell’identità e dell’economia del territorio.