la rubrica

martedì 12 Settembre, 2023

Dolori articolari e contratture, risponde il medico. Come agisce la Tecar terapia

di

La rubrica de Il T quotidiano dedicata a dubbi e curiosità che riguardano la salute. Scriveteci a salute@iltquotidiano.it, vi risponderanno gli specialisti

Gentile dottore, ho letto che la Tecar terapia è efficace per il dolore al ginocchio. Cosa ne pensa in merito? La consiglierebbe?

Gentile lettore, partiamo da una breve introduzione alla base fisica della Tecar. Il nome per esteso è «Trasferimento di energia capacitivo e resistivo» (Tecar), il cui principio fisico è quello del condensatore, ed è stato proposto per la prima volta verso la fine del 1800. È costituito da 3 parti: 2 elettrodi di cui uno impugnato dall’operatore e l’altro fisso a contatto con la pelle, e il corpo principale della macchina. Quando viene azionata l’apparecchiatura, tra l’elettrodo mobile e quello fisso si genera un flusso di cariche che coinvolge la parte del corpo che è interposta; in questa area si ottiene l’aumento di flusso di sangue che attiva il metabolismo locale riducendo il processo infiammatorio e stimolando la riparazione tessutale. Inoltre, negli ultimi anni sono stati prodotti anche elettrodi «bipolari» che incorporano sia la componente fissa che mobile.
Si parla infatti di «diatermia», il cui significato è «scaldare attraverso», parola che deriva dal greco e coniata dal medico che per primo l’ha impiegata su pazienti. Il nome Tecar per tanto non è il mezzo fisico, ma il nome commerciale con il quale la gente la conosce e si è diffuso questa apparecchiatura elettromedicale.
Durante il trattamento, l’operatore può intervenire su 3 parametri per raggiungere lo stimolo che ritiene adeguato: potenza di erogazione, la frequenza, l’elettrodo da usare. Per la potenza, la scelta è legata a quanto «calore» si vuole ottenere: può essere molto leggero o quasi nullo (atermia), o calore ben percepito (non deve mai scottare). La frequenza è strettamente legata alla profondità da raggiungere ed all’elettrodo che si utilizza, e questo parametro può variare tra i diversi marchi di fabbrica. In generale, la frequenza alta è legata ad un trattamento più superficiale (con elettrodo capacitivo), mentre una frequenza più bassa ad una maggior penetrazione in profondità (con elettrodo resistivo). Gli elettrodi sono entrambi di metallo, con la differenza che quello capacitivo è rivestito da materiale ceramico per variarne la capacità conduttiva al fine di favorire la stimolazione più in superficie e nei tessuti più ricchi di acqua, mentre il resistivo permette di raggiungere meglio tessuti più profondi e quelli meno ricchi di acqua.
Questa introduzione per arrivare alla risposta: la Tecar è usata da anni in ambito riabilitativo ortopedico e sportivo, per il suo effetto sul dolore articolare e sulle contratture muscolari. Sono diversi i distretti muscoloscheletrici in cui può essere utilizzata. L’ambito sportivo è tra quelli in cui è stata maggiormente utilizzata, per il recupero da traumi muscolari ed articolari; tuttavia, la sua applicazione è conosciuta anche in ambito non sportivo. Negli ultimi anni la ricerca si è interessata al suo impiego in termini di efficacia: ci sono dati che incoraggiano e sostengono il suo utilizzo per il dolore muscoloscheletrico, ma non c’è ancora un’adeguata quantità di studi di qualità che ne affermi una maggior efficacia rispetto ad altre terapie. Inoltre, tali studi non hanno delle valutazioni a lungo termine: per cui si può dire che nel breve/medio termine può essere utile, ma non è ben chiaro nel lungo. Si tratta, in ogni caso di una elettroterapia, che supporta il terapista in combinazione anche con altri approcci, come l’esercizio o tecniche manuali, senza interferire con gli effetti di questi ultimi.
La sua utilità o meno passa comunque da un fattore fondamentale: deve essere constatata la condizione funzionale o clinica per cui questa apparecchiatura elettromedicale debba essere utilizzata. In parole più chiare, il concetto di «dolore al ginocchio» dovrebbe essere approfondito per capirne l’origine. Stabilire se il meccanismo alla base del dolore sia meccanico, infiammatorio, da sovraccarico delle strutture molli o ossee è necessario per avere un primo filtro tra gli ambiti in cui la Tecar può essere utile o meno. In situazioni di dolore o artrosi di ginocchio lievi e moderate può essere applicata con effetti positivi, mentre in condizioni di maggior dolore o più importante alterazione articolare non c’è grande evidenza di efficacia. Il trattamento con la Tecar può aiutare nel trattamento del dolore muscolocheletrico, tensione muscolare, favorire l’approccio manuale,«preparando» l’articolazione ad essere mobilizzata mediante aumento della temperatura o «drenandola» dopo aver fatto un trattamento di carico muscolare. La valutazione clinica rimane quindi un elemento fondamentale per decidere il corretto trattamento, compreso l’utilizzo della Tecar, personalizzando il trattamento rispetto alla causa del problema, al quadro funzionale e soprattutto ai bisogni e i desideri dei nostri pazienti.
* Fisioterapista al Centro polispecialistico «Policura» a Trento