Il testimone

giovedì 12 Giugno, 2025

Disastro Air India, parla l’unico sopravvissuto seduto al posto 11A: «C’erano corpi ovunque, non trovo più mio fratello»

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Sull'aereo precipitato c'erano 230 passeggeri, Vishwash Kumar Ramesh sarebbe l'unico sopravvissuto al disastro
L'aereo schiantato e il sopravvissuto (LaPresse/Hindustan Times)

Mentre i parenti dei passeggeri del volo Air India ancora affollano l’Ospedale Civile di Asarwa, ad Ahmedabad, nel tentativo disperato di avere notizie dei propri cari, su un letto del reparto di medicina generale giace Vishwash Kumar Ramesh, 40 anni, che sostiene di essere sopravvissuto allo schianto.

«Trenta secondi dopo il decollo, c’è stato un forte rumore e poi l’aereo si è schiantato. È successo tutto così in fretta», ha raccontato al Hindustan Times Vishwash, riportando «ferite da impatto» al petto, agli occhi e ai piedi.

Il Boeing 787-8 Dreamliner di Air India, diretto a Gatwick con 242 persone a bordo, incluso l’equipaggio, era decollato alle 13.39 di giovedì. Dopo pochi minuti, si è schiantato ed è andato in fiamme.

Air India ha dichiarato che 169 dei 230 passeggeri erano di nazionalità indiana, 53 britannici, sette portoghesi e uno canadese. Vishwash, cittadino britannico, si trovava in India da pochi giorni per visitare la famiglia e stava tornando nel Regno Unito insieme al fratello, Ajay Kumar Ramesh, 45 anni.

Vishwash, che aveva ancora con sé la carta d’imbarco, ha raccontato a HT: «Quando mi sono alzato, c’erano corpi intorno a me. Ero spaventato. Mi sono alzato e sono corso. C’erano pezzi dell’aereo intorno a me. Qualcuno mi ha afferrato, mi ha fatto salire su un’ambulanza e mi ha portato in ospedale».

Ha detto di vivere a Londra da vent’anni, dove risiedono anche sua moglie e suo figlio. Ajay, il fratello, era seduto in un’altra fila. «Abbiamo visitato Diu. Viaggiava con me e non riesco più a trovarlo. Per favore, aiutatemi a trovarlo», ha implorato.

In altri reparti dell’ospedale, intanto, familiari e amici dei passeggeri continuavano a cercare notizie dei propri cari.