Saliute
martedì 26 Agosto, 2025
Disagio psichico, solo a Trento città 94 casi: il Comune finanza nuovi progetti per adulti
di Tommaso Di Giannantonio
L'assessora Casonato: «Vanno contrastate situazioni di marginalità e isolamento»

Il Comune di Trento mette in campo un nuovo bando per affrontare l’incremento delle fragilità. «Attualmente, solo per quanto riguarda i pazienti seguiti dal Centro salute mentale, contiamo 94 persone con disagio psichico sul territorio comunale», ha spiegato la dirigente del Servizio welfare e coesione sociale Sabrina Redolfi.
Ieri, in particolare, la giunta comunale ha finanziato un intervento per potenziare i servizi e i punti di riferimento destinati alle persone adulte a rischio emarginazione. Tra gli interventi previsti, ci sono un punto di ascolto e sostegno, gruppi di mutuo aiuto, attività di socializzazione, ludico-sportive e culturali di gruppo. Il finanziamento – 430mila euro per due annualità – sarà assegnato tramite un bando, che sarà pubblicato nei prossimi giorni.
Il nuovo gestore dovrà realizzare un insieme di interventi per potenziare le reti di sostegno e i servizi di prossimità nel territorio della Valle dell’Adige. «L’obiettivo — ha detto l’assessora comunale alle politiche sociali Giulia Casonato — è quello di contrastare le situazioni di marginalità, esclusione, isolamento e insieme di promuovere le reti territoriali tra enti pubblici, terzo settore e società civile in modo da sostenere i progetti di vita, il protagonismo e l’accesso ai diritti di cittadinanza delle persone in situazione di fragilità relazionali e sociali. Questi interventi — ha aggiunto — mirano anche a ridurre lo stigma e a valorizzare il ruolo dei familiari e della società civile nella promozione della salute mentale, aumentando la consapevolezza dei diritti delle persone con sofferenza mentale e disagio socio-relazionale».
Il contributo pubblico coprirà il 90% delle spese sostenute. Le attività dovranno essere realizzate tra il 1° gennaio 2026 e il 31 dicembre 2027, ma il termine è prorogabile per ulteriori due anni (fino al 31 dicembre 2029) previa valutazione da parte del Servizio welfare e coesione sociale del livello di rispondenza degli interventi ai bisogni delle persone e del territorio.
È prevista la messa a disposizione, da parte del soggetto gestore, di almeno una sede attrezzata per l’apertura di uno spazio dove realizzare un punto di ascolto e sostegno e i gruppi di mutuo aiuto. Le attività di socializzazione, ludico sportive e culturali di gruppo possono essere realizzate in forma diffusa, avvalendosi anche di luoghi dedicati sul territorio.
Il gestore, inoltre, dovrà garantire il monitoraggio di almeno 10 progetti di accoglienza per adulti (pari a circa 50 ore al mese) finalizzati a favorire la permanenza a domicilio e a contrastare la solitudine di persone fragili che vengono supportate nel loro contesto abitativo da altre persone opportunamente formate. Il monitoraggio consiste nell’aiutare e facilitare la relazione tra accogliente e accolto, nel sostenere la motivazione e nell’affrontare eventuali momenti di crisi, valorizzando gli aspetti positivi e confrontandosi con il Servizio welfare e coesione sociale per eventuali difficoltà.
Per la realizzazione delle attività ci si potrà avvalere dell’apporto di volontari a cui deve essere assicurata specifica preparazione e della collaborazione di persone che, a causa del loro vissuto, sono in grado di utilizzare le conoscenze acquisite per supportare le persone fragili.
Sanità
Sanità, il trentino Andrea Ziglio verso la nomina di direttore generale. E c'è la «benedizione» dei primari
di Davide Orsato
Dopo gli incarichi ad Arco e Tione, dal 2024 è direttore sanitario dell'ospedale di Modena e succederebbe al dimissionario D'Urso: «Professionista stimato e conosciuto»