Economia
sabato 13 Dicembre, 2025
Dazi, l’export del vino scende (-8%) ma il settore tiene. E i produttori rafforzano «l’identità di montagna»
di Gabriele Stanga
Va meglio il Trentodoc. Più difficoltà per il Pinot grigio, il Pinot nero e lo Chardonnay
Mentre l’export trentino arranca, soffrendo in particolar modo la pressione dei dazi statunitensi , il mondo del vino tra i settori più a rischio per le politiche trumpiane, tiene botta e sceglie di fare quadrato. Le aspettative per fine anno non sono delle più rosee, con un calo atteso delle vendite di vino trentino negli Stati Uniti che secondo alcuni produttori a fine anno potrebbe aggirarsi intorno all’8%. Di dati precisi ancora non ce sono e si tratta di previsioni generali, che variano da cantina a cantina e da prodotto a prodotto. Il Trento Doc, ad esempio, si esporta ancora poco verso gli Stati Uniti, per cui i dazi, allo stato attuale dovrebbero avere un impatto contenuto. Qualche grattacapo in più lo avranno, invece, Pinot grigio, Pinot nero e Chardonnay. In questo contesto difficile i produttori trentini non si perdono d’animo e stanno già lavorando a strategie per contrastare la flessione. Uno degli obiettivi è sicuramente la valorizzazione del prodotto e a questo mira il nuovo progetto di comunicazione del Consorzio Vini del Trentino, che ha svelato ieri il proprio nuovo logo, realizzato dal fondatore di Plus Communications, Roberto Locatelli, accompagnato da un nuovo slogan: «Benvenuti in alto». Un’iniziativa tesa a sottolineare ed evidenziare la natura «di montagna» del Trentino e dei suoi vini.
Lo scenario export
A delineare la situazione dei vini trentini sul mercato estero è il direttore del Consorzio vini del Trentino, Graziano Molon: «Il calo dell’export è generalizzato e anche nel vino stiamo vivendo un momento non semplice. Per quanto riguarda i vini trentini non abbiamo dati come consorzio, ma quelli delle cantine ci indicano che ci sarà una leggera contrazione ma che finora stiamo tenendo bene». Diverso il discorso per il prossimo anno: «Bisognerà capire cosa succede nei primi mesi – continua Molon – intanto si dovrà capire se questo dazio terrà o verrà ridiscusso, poi la cosa più importante è una politica che riattivi i consumi delle generazioni più giovani. Bisognerà arrivare con linguaggi nuovi e moderni, adeguati al target». Senza dimenticare il discorso dei gusti: «C’è grande attenzione verso i no alcohol e i low alcohol. Il gusto in generale sta andando su vini più leggeri e di facile beva. Noi tra l’altro abbiamo il Pinot grigio che è un prodotto molto versatile e molto adatto a questo discorso». Con Molon anche Martina Togn, componente della Commissione marketing del Consorzio e legale rappresentante della cantina Gaierhof, molto attiva nell’export verso gli Stati Uniti: «Io penso che il problema dell’export verso gli Stati Uniti non sia solo la questione dazi – osserva – già prima del covid avevamo visto segnali di riorganizzazione del sistema distributivo americano che hanno portato sia a rallentamenti che a forti accelerazioni nella presa degli ordini. Questa risistemazione non aiuta molto il vino trentino perché siamo piccoli e ci siamo trovati con distributori che sono passati dall’avere 3-4 pinot grigi italiani all’averne 40. Poi ci sono state le elezioni e i dazi che sono l’ultima parte della catena. Ci è costato moltissimo anche l’aumento dei costi logistici».
Non manca una previsione per fine 2025: «Io penso che potremmo essere sull’8% di calo delle vendite negli Usa». Gli Stati Uniti non sono però un mercato da abbandonare: «Gli americani bevono molto più di noi e hanno una grande voglia di sperimentare. Bisogna rivedere le strategie e diventerà sempre più importante la comunicazione».
Il nuovo logo
E proprio per dare una spinta alla comunicazione è stato pensato il nuovo logo del Consorzio vini unito al nuovo slogan e ad un nuovo sito web, in fase di completamento. Il nuovo logo è una pergola realizzata con tre colori distinti, il rosso, il giallo e il verde, e con diversi gradi di inclinazione: non solo un restyling grafico ma un vero e proprio riposizionamento sul mercato, metafora di un percorso verticale, di un’elevazione continua che caratterizza il Trentino e i suoi vini.
«Questo progetto è la manifestazione visibile di un lavoro profondo per valorizzare l’identità dei nostri vini e del nostro territorio – commenta il presidente del consorzio, Albino Zenatti – un Trentino che custodisce la propria tradizione vitivinicola secolare ma che sa interpretarla con uno sguardo moderno e contemporaneo. Il nuovo logo e gli strumenti di comunicazione che stiamo sviluppando ci permetteranno di dialogare in modo più diretto ed efficace con i nostri pubblici, dal consumatore finale agli operatori internazionali, mantenendo sempre al centro l’autenticità e la qualità».
Gli fa eco Martina Togn: «Ci siamo messi in gioco, dobbiamo migliorare le collaborazioni con le altre realtà territoriali che si occupano di territorio e promozione – spiega – Il nuovo logo non è né un punto di partenza né un punto di arrivo. Mai come in questi dieci anni ho visto condivisione di interessi e obiettivi. Arriveranno anni difficili, non ce lo nascondiamo, ma è proprio questo il momento di mettersi insieme e di collaborare».
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