giudiziaria

giovedì 30 Ottobre, 2025

David Dallago trasferito in carcere a Verona: è lo stesso penitenziario di Neumar, Forti e Turetta

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Il boscaiolo deve scontare la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Fausto Iob. Ha chiesto di lavorare come faceva a Spini

David Dallago ha lasciato il carcere di Spini di Gardolo dove era recluso da oltre tre anni per quello di Montorio Veronese dove sconterà la sua pena, diventata definitiva a giugno: quella cioè dell’ergastolo, riconosciuto colpevole — nei tre gradi di giudizio — di aver ucciso il custode forestale Fausto Iob, ripescato senza vita nel lago di Santa Giustina il 5 giugno 2022. Omicidio pluriaggravato e furto di legname le accuse che sono valse al boscaiolo di Mollaro di Predaia il massimo della pena. Per i giudici sarebbe infatti stato lui ad aggredire, con «almeno 18 colpi» inferti alla nuca con un’arma contundente, forse un martello (mai trovato), il custode forestale dell’orso nel santuario di San Romedio, che lo aveva sorpreso a rubare legname di proprietà del Comune di Sanzeno del valore di 400 euro. Iob, ne sono convinti i giudici, era infatti «un problema che affliggeva Dallago», non solo perché il custode gli aveva imposto di restituire quanto rubato ma anche perché, scoperto, rischiava di perdere il lavoro e i futuri incarichi. Un delitto che potrebbe apparire sproporzionato rispetto al movente ma — è stato il ragionamento della Corte d’Assise di Trento che si è pronunciata a dicembre 2023 — «alla luce delle condizioni economiche e lavorative di Dallago tale sproporzione appare ridimensionata», visto che voleva evitare di rimanere disoccupato.
Il carcere di Chico e Benno
Il trasferimento nella struttura penitenziaria veneta, avvenuta una decina di giorni fa, è stata dettata dalla lunga detenzione che attende il 39enne della val di Non. Il carcere alle porte di Verona è infatti una casa di reclusione, destinata all’espiazione di pene definitive e, appunto, più lunghe, a differenza della casa circondariale di Spini, per la custodia di persone in attesa di giudizio o con pene brevi, fino a cinque anni.
Un istituto, quello di Montorio, che da fine maggio 2024, da quando cioè è stato estradato in Italia, ospita anche un altro trentino, Chico Forti, a cui il Tribunale di Sorveglianza di Venezia di recente ha negato la libertà condizionale. Sempre a Montorio è recluso per scontare l’ergastolo (definitivo) anche il bolzanino Benno Neumair che il 4 gennaio 2021 uccise i genitori e li gettò nel fiume Adige, così come Filippo Turetta, il 23enne padovano reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin, condannato in primo grado al massimo della pena e in attesa dell’Appello.
La reclusione e il lavoro
David Dallago, arrestato il 20 giugno del 2022, nella casa circondariale di Spini aveva trovato un lavoro alle dipendenze di una cooperativa e conta di poter fare lo stesso anche a Montorio, così da poter continuare a far avere un suo contributo alla famiglia. Detto che è stato condannato anche a risarcire i familiari di Iob e cioè i due figli, la sorella, il fratello e un nipote.
La sua posizione in merito alle pesanti accuse però non cambia. «Il mio assistito David Dallago, dal carcere, continua a professarsi innocente» erano state le parole dell’avvocata Angela Domenichelli a giugno, quando la Corte di Cassazione aveva rigettato il suo ricorso rendendo così definitiva la condanna all’ergastolo. «Il processo a suo carico è stato solo indiziario, come è stato quello di Garlasco: la prova regina non c’è e io ho sempre sollevato molti dubbi. Noi comunque, ribadisco, non ci diamo per vinti: qualsiasi elemento dovesse emergere faremo riaprire l’inchiesta» aveva assicurato allora la legale.