L'interrogazione
venerdì 1 Novembre, 2024
Crisi dell’automotive, Calzà chiede alla giunta misure straordinarie
di Gabriele Stanga
La consigliera provinciale del Pd pensa a un intervento mirato a sostegno del settore in cui sono impiegati circa duemila dipendenti: «Evitare delocalizzazione e perdita di manodopera»
La consigliera provinciale del Partito Democratico Michela Calzà ha depositato ieri un’interrogazione per chiedere alla Giunta come intende affrontare le ripercussioni della crisi del comparto automotive sulle aziende trentine (vedi Il T di ieri). Il settore interessa circa dieci aziende che occupano quasi duemila dipendenti. Tra queste la Mahle di Spini di Gardolo, che produce componenti per motori a combustione interna con 200 lavoratori, la Marangoni Meccanica di Rovereto che ha 70 addetti e la Dana con quasi 900 lavoratori nelle sedi di Arco e Rovereto. Negli anni queste realtà hanno siglato vari accordi con la Provincia, in particolare il gruppo Dana, eccellenza del settore industriale trentino che si è radicato sul territorio investendo in innovazione e qualità con considerevoli ricadute occupazionali e di indotto.
«Questo percorso virtuoso non deve interrompersi – afferma la consigliera – Come nei casi delle precedenti crisi del settore economico che hanno interessato il nostro territorio la Provincia dovrebbe valutare l’adozione di un intervento straordinario per stimolare lo sviluppo, la ricerca e l’innovazione dei settori maggiormente colpiti dalla contrazione del mercato ed evitare la delocalizzazione e la conseguente perdita di manodopera».
Calzà chiede dunque alla giunta provinciale se sia previsto un rinnovo della cassa integrazione
per i lavoratori di Dana in scadenza a fine dicembre; se, «considerate le difficoltà dei mercati di riferimento dell’automotive e la conseguente riduzione di commesse, si intenda valutare misure straordinarie per stimolare lo sviluppo e l’adozione di nuovi programmi di ricerca nel settore specifico» e come ultimo punto dell’interrogazione se, «visto il numero importante di dipendenti, siano state avviate interlocuzioni con le aziende al fine di anticipare eventuali impatti sul territorio in caso di aggravamento della crisi occupazionale».
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