Il caso

mercoledì 11 Giugno, 2025

Chico Forti sta scrivendo la sua autobiografia: lo farà nelle aule studio del carcere di Verona

di

Il suo legale: «Nessun trattamento di favore. Sono stati concessi dopo aver attentamente verificato un comportamento più che corretto »
Chico Forti arrivato a Cristo Re

Chico Forti starebbe scrivendo un libro, probabilmente una biografia, in carcere a Montorio Veronese dove è recluso da poco più di un anno a questa parte. E ha ottenuto il permesso dalla direzione del penitenziario a frequentare le aule studio, anche se non è iscritto ad alcun ciclo scolastico. Questo in attesa che il tribunale si pronunci sulla semilibertà che potrebbe consentirgli addirittura di andare a lavorare fuori come pizzaiolo. Queste le notizie rimbalzate ieri dal Veneto sul 66enne ex imprenditore televisivo e campione di windsurf di Trento estradato in Italia nel maggio 2024 dopo una detenzione lunga 24 anni nelle carceri della Florida. Lì dove è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Dale Pike, avvenuto il 15 febbraio del 1998. Ora, la concessione di frequentare le aule studio del carcere veronese avrebbe sollevato alcune proteste da parte degli altri detenuti visto che il permesso è riservato ai carcerati iscritti ai corsi di studio, e Forti non risulterebbe frequentarne alcuno. Un anno fa, a suscitare polemiche, dopo l’incontro con la Premier Giorgia Meloni, era stata l’autorizzazione ad andare a trovare la mamma Maria Loner, 96 anni, a casa, a Trento.

 

 

«Permessi meritati»

A stretto giro è arrivato il commento dell’avvocato di Trento, Andrea Radice: «Ciò che posso dire, quale legale di Forti, è che la notizia su una propria biografia che starebbe scrivendo Chico è stata ancora una volta occasione per rammentare accuse risultate poi infondate e diffuse da chi le comunica ai mass media per scopi forse estranei all’interesse della mera vicenda giudiziaria». Quanto ai permessi premio, l’avvocato Radice chiosa: «Nessun trattamento di favore. Sono stati concessi dopo aver attentamente verificato un comportamento più che corretto di Forti dopo molti mesi di detenzione nel carcere di Verona. Permessi che, appunto — continua il legale — premiano chi si comporta bene e dimostra di volersi reinserire nella società, come prevede la nostra stessa Costituzione. Permessi che vengono concessi, indifferentemente, a tutti i detenuti che lo meritano».

 

 

Lo zio Gianni

Conferma di fatto l’ipotesi di una biografia da redarre lo zio di Chico, Gianni Forti, per mezzo secolo in prima linea nella battaglia in nome del familiare e grande amico. «Lo attaccano perfino se va in biblioteca nel carcere o prepara appunti sulla sua storia! Sono cose assurde che fanno molto male!» sbotta il parente. «Chico sta seguendo il percorso previsto dalla legge senza nessun trattamento di preferenza, in attesa di una possibile libertà condizionata come previsto dal nostro ordinamento giudiziario – dichiara – Tutti gli attacchi che ancora qualche sciacallo lo aggredisce sono falsità inaudite, di gente che non ha né scrupoli, né coscienza e tanto meno un minimo di umanità. Continua questo schifoso gioco al massacro di Chico, anche dopo 27 anni di reclusione per un delitto mai commesso. E tutto questo si può provare, ma non interessa che ancora specula sulla sofferenza e disperazione che abbiamo ingiustamente patito per tutto questo tempo. Sono cose che ho ripetuto mille volte, e ora mi sembra del tutto inutile parlare di questa gentaglia». Gianni Forti chiarisce anche sugli altri fronti: «Chico è stato completamente scagionato dalle false accuse di rapporti con gente mafiosa, sia dalla Prefettura di Verona che dal Tribunale di sorveglianza. Ci sono i documenti ufficiali».