il ricordo
lunedì 31 Ottobre, 2022
di Davide Orsato e Sergio Zanella
Sono stati i suoi colleghi di sempre a recuperare il corpo nel bosco, non appena arrivata l’autorizzazione dalla Procura di Trento. Massimiliano Lucietti, per gli amici Max, era un vigile del fuoco volontario da quando era poco più che bambino. Entrato negli allievi per non lasciare mai il corpo di Peio. Questa mattina, lunedì 31 ottobre, Massimiliano era andato a caccia, dopo aver avvisato i familiari, mamma e papà, con cui viveva, e il fratello minore. Poi la tragedia, sulla cui ricostruzione stanno lavorando i carabinieri della compagnia di Cles. Una vita trascorsa in Val di Sole, la sua, tra le montagne che amava, la passione per la caccia e per la pesca.
Viveva nella frazione di Celladizzo: era andato a caccia (in quella zona è stagione per l’abbattimento selettivo di caprioli) in boschi che conosceva, poco lontano da casa. Nessun mistero: aveva avvisato tutti per un’operazione che per lui era abituale.
«Lo conoscevamo da quando era piccolo — conferma il comandante dei vigili del fuoco di Peio, Vincenzo Longhi — un ragazzo sempre disponibile e presente anche per le attività del corpo. Ma, soprattutto, era una persona che amava la propria comunità, impegnato in molte attività, dalle manifestazioni, come le sagre, ad altri servizi di volontariato. Non è strano che andasse a caccia: anche se è molto giovane, è nato nel 1998, aveva una certa esperienza per la sua età». Lucietti lavorava come operaio calandrista alla Film, l’azienda di prodotti plastici di Fucine, frazione di Ossana all’imbocco della Val di Peio. Lo ricorda con qualche parola anche il sindaco, Alberto Pretti, avvisato in mattinata di quanto era accaduto: «Un ragazzo — afferma — di cui si può parlare solo che bene. Siamo tutti sconvolti e in attesa di sapere cos’è accaduto».
Sui social, in particolare sul profilo Instagram, tanti ricordi della vita quotidiana. Le battute di caccia e pesca, la grande passione per la montagna (in particolare per lo sci) e tante foto con gli amici. L’ultima storia era stata postata ieri pomeriggio: una bella giornata di sole a godersi quella grande passione per la caccia che se l’è tragicamente portato via.
«Non ci resta altro che stringerci attorno alla famiglia in questo momento difficilissimo – conclude Pretti – A papà Roberto, operaio del Parco dello Stelvio, alla mamma Mirta e al fratello vanno le più sincere condoglianze di tutta la comunità».
L'indagine
di Benedetta Centin
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