martedì 1 Novembre, 2022

Cacciatore morto a Peio, anche i Ris in campo per spiegare la tragedia di Max Lucietti. Domani l’autopsia

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Il sindaco di Peio, Alberto Pretti: «Sto valutando se indire il lutto cittadino per il giorno delle esequie»

Sono attesi anche i carabinieri del Ris di Parma, in val di Sole, per fare luce sulla morte di Massimiliano Lucietti, il cacciatore 24enne che lunedì mattina è stato raggiunto da un colpo di fucile alla testa in un bosco sopra l’abitato di Celledizzo (frazione di Peio), dove risiedeva con la famiglia e dove nella mattinata del 1 novembre è stato trovato il corpo di colui che lo aveva segnalato: si tratterebbe di un ex guardia forestale di 59 anni che avrebbe compiuto un gesto estremo dopo essersi tolto la fede e aver lasciato un biglietto.

Il pubblico ministero Davide Ognibene, aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti, ha delegato una serie di accertamenti per dare un senso alla tragedia. E ha messo in campo anche gli specialisti dell’Arma di Parma, i militari del Reparto investigazioni scientifiche, che mercoledì sono attesi a Cles per effettuare gli esami balistici necessari a ricostruire la dinamica dell’accaduto, analizzando, tra le altre, traiettoria del tiro e distanze, partendo dal fucile della vittima rinvenuto accanto al corpo e ora sotto sequestro. Effettuando accertamenti anche sul bossolo che i carabinieri della compagnia di Cles hanno trovato all’altezza dell’addome del giovane.

Sempre domani, mercoledì 2 novembre, verrà effettuata l’autopsia sul corpo del 24enne appassionato di caccia e pesca, vigile del fuoco volontario, operaio calandrista alla Film, l’azienda di prodotti plastici di Fucine, frazione di Ossana. La procura ha infatti incaricato l’equipe dell’istituto di medicina legale di Verona per l’esame sulla salma che è stata trasferita all’ospedale Santa Chiara di Trento. Altro passaggio obbligato, l’autopsia, per ottenere le risposte necessarie a chiarire il drammatico evento.

Intanto in paese, a Celledizzo di Peio, sono tutti sconvolti. I residenti non si danno pace per quanto accaduto a «Max», a quel «gigante buono» – così viene descritto Lucietti – «sempre disponibile e presente per la comunità, impegnato in diverse attività e nei vigili del fuoco». La comunità si stringe attorno alla famiglia, a papà Roberto, mamma Mirta e al fratello più piccolo, in attesa che vengano fissati i funerali. Ma per questo bisognerà attendere il nullaosta della procura, una volta ultimata l’autopsia e tutti gli accertamenti necessari a spiegare come sia potuto accadere. «Sto valutando se indire il lutto cittadino per il giorno delle esequie» fa sapere il sindaco di Peio, Alberto Pretti, a sua volta provato, con una figlia della stessa età della vittima.

A sera è giunto il cordoglio di tutto il mondo pompieristico.