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venerdì 14 Novembre, 2025
Chernobyl, foca monaca e primati: tornano al Muse i Talk Biodiversi, sette incontri per esplorare la natura che resiste
di Redazione
Dal 19 novembre 2025 al 6 maggio 2026 un viaggio attraverso Alpi, mari, poli e aree radioattive con ricercatrici e ricercatori internazionali per raccontare adattamenti, rinascite e segreti della biodiversità
Tornano al Muse i Talk Biodiversi, il ciclo di incontri dedicato alla scoperta della biodiversità in tutte le sue forme. La rassegna, erede degli «Incontri al museo per parlare di fauna», mette in dialogo scienza e pubblico, invitando a osservare da vicino le storie di resilienza e adattamento che caratterizzano la vita sul pianeta. Il primo appuntamento si terrà mercoledì 19 novembre alle 20.45 e sarà affidato a Virginia Pallante, una delle massime esperte internazionali di conflitti tra primati non umani.
Il calendario 2025-2026 accompagnerà il pubblico dalle Alpi ai mari, dalle regioni polari fino all’area radioattiva di Chernobyl. Ogni mese, tra novembre e maggio, ricercatrici e ricercatori racconteranno come la natura risponda alle sfide ambientali e come gli ecosistemi si riorganizzino anche dopo eventi estremi.
Ad aprire la rassegna sarà Virginia Pallante, ricercatrice presso il Netherlands Institute for the Study of Crime and Law Enforcement. Il suo incontro, «Facciamo pace? Cosa ci insegnano i primati su come gestire i conflitti», mostrerà attraverso un approccio che unisce etologia e sociologia come lo studio dei primati possa offrire spunti preziosi per comprendere le dinamiche sociali umane.
Il 10 dicembre, Andrea Mustoni, zoologo del Parco Nazionale dello Stelvio, insieme a Rossella Duches, archeologa del Muse, accompagneranno il pubblico alla scoperta della lunga storia dello stambecco, simbolo della fauna alpina e protagonista di una delle più importanti reintroduzioni europee. Il 10 gennaio le ricercatrici della Fondazione Edmund Mach Giulia Ferrari e Valentina Tagliapietra presenteranno la rinascita della biodiversità dopo la tempesta Vaia, con particolare attenzione ai nuovi equilibri ecologici e alle connessioni tra fauna e salute umana.
Il 4 febbraio Lisa Angelini e Mauro Gobbi del Muse descriveranno gli adattamenti estremi di piante e invertebrati d’alta quota, mentre il 4 marzo Luigi Bundone, presidente di Archipelagos – Ambiente e sviluppo, racconterà il ritorno della foca monaca mediterranea, una delle specie più rare e affascinanti del nostro mare. Il 1° aprile Davide Taurozzi, ricercatore dell’Università Roma Tre, guiderà un viaggio ai poli del pianeta attraverso gli uccelli marini, vere sentinelle dell’impatto globale delle microplastiche.
A chiudere la rassegna sarà, il 6 maggio, l’incontro «Chernobyl wildlife. L’area 40 anni dopo l’incidente», con German Orizaola Pereda dell’Università di Oviedo e Pablo Burraco Gaitan della Stazione zoologica di Doñana: un sorprendente racconto di rinascita naturale nella zona di esclusione del più grave incidente nucleare della storia.
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