Ville D'Anaunia

venerdì 23 Dicembre, 2022

Castel Valer, in val di Non: la Provincia acquista il maniero per 15,6 milioni di euro

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Dopo anni si è conclusa la trattativa con gli eredi del conte Ulrico Spaur, scomparso nel 2021. Per ottenere il maniero, la Giunta ha ceduto agli eredi quattro immobili

Finalmente. Dopo anni di trattativa la partita del passaggio in mano pubblica di Castel Valer, gioiello di storia e arte della Val di Non, si è chiusa. L’accordo tra gli eredi del conte Ulrico Spaur, scomparso nel febbraio del 2021 e la Provincia autonoma di Trento, è stato concluso e l’appuntamento è fra due mesi per il rogito. Alla fine, il contratto di permuta prevede l’acquisizione del castello valutato 15,6 milioni di euro in cambio della cessione del 50 per cento del valore in immobili e del conguaglio del 50 per cento restante in denaro. Questo il punto di equilibrio raggiunto nella trattativa avviata dalle strutture provinciali, su mandato della Giunta attraverso la delibera del novembre 2021, e che ha portato al conguaglio per quattro beni. Tutte opere che rientrano nell’elenco dei beni che l’amministrazione intende dismettere perché rappresentano un costo in termini di manutenzione e gestione. Gli immobili oggetto di cessione sono l’ex casello idraulico di San Michele (458 mila euro), l’edificio ex Enpas di via Petrarca a Trento (1,949 milioni), l’ex casa di cura Villa Rosa di Vigalzano a Pergine Valsugana (4,6 milioni) e l’ex scuola professionale del Tonale, nel comune di Vermiglio (510 mila euro). Il valore dei beni da cedere raggiunge così il valore di 7,549 milioni di euro, a cui si aggiunge il conguaglio in denaro per 7,471 milioni. L’accordo raggiunto ha consentito dunque un risparmio per la Provincia di 568mila euro, rispetto al valore del castello di 15,6 milioni. Risparmio derivante dallo stralcio dell’ex albergo Panorama a Sardagna (valutato 2,568 milioni), compensato aggiungendo due milioni alla quota in valuta. Un risultato che alla fine permette alla Provincia di acquisire un bene simbolo della cultura trentina e di collocare sul mercato quattro immobili che non rientravano nei suoi piani di utilizzo. «Si tratta di un’operazione – ha commentato il presidente Maurizio Fugatti – che riteniamo estremamente vantaggiosa perché centra due obiettivi. Se da un lato arricchire il patrimonio dei castelli di cui la Provincia è proprietaria costituisce un valore aggiunto anche in termini di promozione turistica e valorizzazione territoriale, dall’altra la cessione di strutture che oggettivamente sono un impegno per i conti pubblici è un risultato che ci permette di rendere più efficiente la gestione del patrimonio pubblico». Finalmente giunge così a compimento la trattativa che rende ora in maniera definitiva il maniero storico della Val di Non parte integrante del sistema culturale trentino.
Ma non solo: trova felice conclusione una vicenda lunga, che ha attraversato anche momenti difficili. A partire dal 2012, anno di luci e ombre. Da un lato venne pubblicato un poderoso volume voluto dal conte Uli e dall’amministrazione comunale di Tassullo che coronava una serie di convegni storico-artistici tenutisi a Castel Valer. Nello stesso anno la Provincia acquistò l’archivio, sterminata la fonte di studio e conoscenza per la Val di Non e il Trentino. Ma fu anche l’anno dell’annuncio della messa in vendita del castello da Sotheby, vicenda che ebbe strascichi giudiziari. Tuttavia, dopo quel momento apparve chiara a tutti la centralità di Valer nell’arricchire l’offerta culturale anaune, che nel 2010 aveva vissuto la trionfale apertura al pubblico di Castel Thun. Un esito che per il castello degli Spaur arrivò nel 2017, grazie a un accordo economico e culturale raggiunto tra Ulrico Spaur e l’Apt Val di Non. Con lui e in collaborazione con una rete di enti attivi sul territorio si arrivò a una prima storica con Castel Valer aperto al pubblico del turismo culturale: l’avvio della Rete dei castelli, attrattiva principe per le Valli di Non e Sole. E nelle tante visite al castello, non era raro vedere Ulrico apparire dal balcone o scendere tra le vie di Valer per salutare gli ospiti di giornata. Si preparava il terreno per dare soddisfazione a uno dei più intimi desideri di Ulrico: avere certezza che il suo maniero sarebbe finito comunque in buone mani, che la sua storia sarebbe stata rispettata, sia che venisse abitato da una nobile famiglia, sia che fosse consegnato all’amore e alla cura della collettività. Un cammino, quello dell’acquisizione alla Provincia, che avrebbe potuto essere concluso qualche anno fa: correva l’anno 2016 quando il controverso fallimento di Tassullo materiali pose qualche problema di opportunità politica all’acquisto del castello da parte della Provincia. Ma il lavoro sottotraccia non si fermò, fino a che nel febbraio 2021 ebbe fine la vita del conte Ulrico Spaur. Il dialogo proseguì con i suoi figli, non senza qualche passaggio polemico come quello che a novembre 2021 prefigurava una trattativa nella quale gli eredi fossero parte a loro insaputa. Fino alla nuova apertura che Castel Valer ha vissuto nella primavera di quest’anno, auspicando la conclusione positiva e definitiva dell’affare entro l’estate. Siamo arrivati a Natale, ma va bene lo stesso: c’è un castello sotto l’albero.