La reazione

domenica 3 Agosto, 2025

Caos Tsm, dopo lo strappo dell’ateneo Urzì (FdI) attacca il rettore che definisce «rosso». Le opposizioni: «Commissariamento

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Fuoco incrociato contro la gestione Fdi. Ma il deputato contrattacca

Il caso è scoppiato, la Trentino School of Management è nella tempesta. Come aveva anticipato questo giornale, il cda della società di formazione partecipata da Provincia, Regione e Università è pronto alle dimissioni in massa contro la gestione di Francesco Barone, presidente in quota Fratelli d’Italia, braccio destro dell’assessora Francesca Gerosa. Ieri la lettera del Rettore ai soci che di fatto «congela» la propria consigliera, che parla chiaramente di una situazione interna «gravemente compromessa» dovuta a una «politicizzazione» della società pubblica. E oggi le repliche, quelle delle opposizioni, ma non solo, che vanno ovviamente all’attacco, mettendo nel mirino l’intera giunta provinciale e «l’ingordigia» dei meloniani. Da parte del presidente Barone, un prudente e strategico «no comment», nell’attesa che la politica possa risolvere il contrasto. Ma la linea del silenzio, dalle parti di Fratelli d’Italia, è infranta dal solito messaggio sulle chat di partito, e qui è il deputato e commissario regionale Alessandro Urzì che esterna. Che detta la linea — «fare quadrato attorno a Barone» — e se la prende con il Rettore, che definisce «rosso», di sinistra, e prevenuto nei confronti della destra che Barone rappresenta.

 

«Ce l’hanno con noi»
Per Urzì «c’è ormai una chiara azione per contenere FdI». Un’azione a forbice, perché da un lato l’azione è «nell’ambito della maggioranza»: «È evidente — scrive — dall’azione ingiustificata del presidente di ritirare la vicepresidenza a Gerosa, cosa che non dimentichiamo e non dimenticheremo sino alla fine della legislatura». Ma dall’altra ci sono «tutte le forze ostili, orientate più a sinistra». Tra queste «il rettore», dice. E aggiunge, per chiarezza: «Mi pare evidente sia una di queste».

 

Deflorian, il Rettore «rosso»
Il deputato ripercorre i fatti, spiega che Barone è lì sulla base di un accordo chiaro, politico, di assegnazione di posti stabilito con la coalizione. «Ad inizio legislatura abbiamo ottenuto una presidenza (quella di Barone, appunto, ndr) che un tempo era vuota di competenze e che abbiamo riempito di deleghe». Si riferisce, qui, alle deleghe interne al cda, che Barone ha tenuto per sé, scontentando il vicepresidente Delio Picciani, nel ruolo di amministratore delegato. «Questo — spiega infatti Urzì — ha messo in discussione, evidentemente, gli assetti precedenti e anche il ruolo dell’amministratore delegato. Il tutto però — continua il deputato— nasceva come accordo politico di maggioranza». E torna a mettere il Rettore Flavio Deflorian nel mirino: «Stupisce, per questo, che adesso il rettore rosso si stupisca del fatto che la politica si interessi di questa realtà. Prima gli andava bene che accadesse. Ora che c’è FdI non più. Quindi è una presa di posizione totalmente strumentale».

 

Barone, uno di noi
Urzì spiega ai suoi, sulla chat interna, il taglio politico. «Ora si tratta di confermare l’accordo politico di inizio legislatura, che dava valore a FdI, o subire che ci venga imposto un ridimensionamento. La comunità politica di Fratelli D’Italia sa dove stare: ossia con chi difende il ruolo ottenuto per il partito. Poi — aggiunge prudentemente — che questo ruolo si riesca a difendere sino in fondo come da accordi di inizio legislatura lo vedremo». Anche perché Urzì ricorda i precedenti: «Anche la vicepresidenza era un accordo di inizio legislatura, anzi era un accordo elettorale eppure è stato tradito». Detto questo, «qualunque cosa accada», prosegue il deputato, «noi stiamo con FdI e con Barone». E l’incoraggiamento, che è di rivincita: «In ogni caso ricordiamoci che voteremo presto sia per le politiche che per le provinciali».

 

Pd, Onda e Cia: «Via Barone»
Filippo Degasperi, di Onda, è stato il primo ad alzare il velo su quello che stava succedendo all’interno della Tsm, depositando una interrogazione alla giunta: «Ennesimo esempio di come il Trentino sia considerato una terra da preda per FdI», dice a commento delle ultime vicende. «Dopo il disastro della gestione Itea tocca a Tsm. Fedelissimi eterodiretti, nominati per tessera di partito». Annuncia poi una mozione «per chiedere la revoca dell’incarico a Barone». E conclude: «Vedremo come si schiereranno anche gli autonomisti, che sembrano perfettamente a loro agio schierati a fianco ai tedofori della Fiamma tricolore». Durissimo anche il PD, con Alessio Manica che ringrazia il rettore «che con garbo ma con un gesto plateale e severo ha stigmatizzato l’attuale gestione di Tsm, scoperchiando di fatto la guerra politica tutta interna alla maggioranza dentro questa società». E parla di «occupazione esplicita del potere, beghe per qualche posto al sole, calci sotto la sedia per marcare politicamente il territorio: questo emerge dalla vicenda». E interviene anche Claudio Cia, consigliere di maggioranza, ex di FdI: «Lo dice il Rettore. La governance è paralizzata da tensioni interne, personalismi e dinamiche politiche. E il nodo principale — osserva — nasce dalla gestione del presidente Francesco Barone, caratterizzata da un accumulo di deleghe, e dei relativi compensi aggiuntivi. Questa “fame di potere e di indennità” ha trasformato una funzione di garanzia in un terreno di scontro politico e personale, minando la credibilità dell’ente e allontanandolo dalla sua missione formativa». Chiede alla Provincia di intervenire: «Deve avere il coraggio e l’autorevolezza di liberare questa istituzione da chi ne ha reso inquietante la gestione». Via Barone, quindi, «in ogni caso il commissariamento della società».