Il fatto

giovedì 11 Aprile, 2024

Brentonico, ignoti hanno distrutto la pozza degli anfibi a Fos’ce. Salvati tritoni alpini, ululoni e rane

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L’erpetologo Pietro Lorenzi chiamato a salvare gli esemplari. Ignoti hanno danneggiato la staccionata e con i pali hanno sfondato il vetro facendo fuoriuscire l’acqua dal laghetto creato in quota per proteggere le uova

Ignoti hanno danneggiato la pozza d’alpeggio artificiale creata nel 2007 vicino a Malga Fos’ce, nel territorio di Brentonico, per proteggere la riproduzione degli anfibi e poterli osservare e studiare. Un microcosmo ideale e protetto dove specie come il rospo comune, la rana rossa di montagna, l’ululone e il tritone alpino potevano riprodursi in sicurezza e anche essere studiati, un aspetto non secondario vista l’elusività di queste specie e la difficoltà dell’osservazione del loro comportamento e abitudini nelle altre pozze naturali del Baldo.
«È questo un piccolo patrimonio che permetteva a chiunque di osservare animali, non sempre facili a vedersi in natura – spiega l’erpetologo Pietro Lorenzi, che con il Museo Civico aveva creato la pozza – e dava a questi animali la possibilità di riprodursi. Nelle altre pozze naturali l’osservazione è molto difficile e senza di essa questi animali dovrebbero fare molti chilometri per trovare dell’acqua, prova della sua utilità il grande numero di individui che l’hanno scelta per la riproduzione. Creare un luogo del genere significa fare cultura. Si cerca sempre di spiegare che il nostro territorio va curato e salvaguardato ma, nonostante l’impegno di tanti per trasmettere questo messaggio si assiste a episodi di vandalismo che non possono essere giustificati». Un’amarezza comprensibile davanti ad un atto vandalico che più di altri è davvero senza senso, diretto contro innocui animali e l’operato di un’istituzione di cultura e scienza: qualche giorno fa, infatti, ignoti hanno divelto la staccionata che proteggeva la pozza e con un palo distrutto il triplo vetro su un lato del laghetto, causando il deflusso dell’acqua. Le uova già deposte, e tutti gli animali che vi si trovavano si sono trovati così in un pericolo mortale. I gestori della Malga di proprietà della Sat hanno contattato Lorenzi che, oggi in pensione dal suo lavoro al Museo, è accorso con Iole Manica e come moderni Noè hanno messo in salvo le uova di rana che erano già state deposte, altrimenti destinate tutte e morire, una quarantina di tritoni sia maschi che femmine e una una coppia di rospi in accoppiamento che non aveva ancora deposto le uova, spostando tutti in un’altra pozza d’alpeggio sul Baldo. Nel frattempo si è attivato il comune di Brentonico: «L’assessore Sartori – spiega Lorenzi – mi ha assicurato che ripristineranno la pozza per riportarla alle origini». Ci sarà da ripulirne il fondo per la metà inserendo nuova acqua, permettendo alla microfauna che è oggi nel fango rimasto sul fondo della pozza di riprodursi e ricreare in tempi relativamente brevi quello che c’era prima di questo danneggiamento. «Una pulizia completa andrebbe a danneggiare e allungare di diversi anni la riproduzione delle condizioni precedenti, basta lasciare circa la metà del fango perché invece la microfauna faccia il suo corso naturale».