Scontri
domenica 8 Gennaio, 2023
Brasile, i sostenitori di Bolsonaro assaltano il Parlamento
di Redazione
Centinaia di persone hanno sfondato i cordoni di sicurezza della polizia: non accettano l'elezione del nuovo presidente Lula
Un gruppo di sostenitori dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha sfondato il blocco istituito dalla polizia militare e ha invaso la rampa e l’area superiore del palazzo del Congresso Nazionale a Brasilia, la capitale del Paese. Lo riporta «O Globo». L’assalto del Parlamento avviene a una settimana dall’insediamento del presidente di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva: i bolsonaristi – i sostenitori dell’ex leader della destra – si rifiutano di accettare la sua elezione.
I manifestanti – centinaia di persone – si sono concentrati al quartier generale dell’esercito e sono scesi successivamente verso l’Esplanada dos Ministérios. Le forze dell’ordine stanno usando ordigni stordenti per cercare di contenere i manifestanti. Il ministro della Difesa, José Múcio Monteiro, il ministro della Giustizia, Flavio Dino, e il capo dell’Ufficio per la sicurezza istituzionale (GSI), generale Gonçalves Dias, stanno seguendo le manifestazioni di questa domenica a Brasilia.
Nelle immagini – che ricordano molto quelle dell’assalto a Capitol Hill, avvenuto il 6 gennaio di due anni fa per opera dei sostenitori di Trump – si vedono i sostenitori di Bolsonaro sul tetto dell’edificio. La stragrande maggioranza indossa i colori della bandiera brasiliana. L’ex presidente, sconfitto da Lula alle ultime presidenziali, si trova attualmente negli Stati Uniti.
«Questo assurdo tentativo di imporre la volontà con la forza non prevarrà. Il governo del distretto federale afferma che ci saranno rinforzi. E le forze a nostra disposizione sono al lavoro. Io sono nella sede del ministero della Giustizia», così il ministro della Giustizia brasiliana Flavio Dino, in un post sul proprio account Twitter, in merito all’assalto. Immediate le reazioni anche dal continente europeo. «Perdono le elezioni e assaltano il Parlamento. Ma la democrazia è più forte», lo scrive in un post sul proprio account Twitter, Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli affari economici.
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