Il caso
martedì 30 Dicembre, 2025
Botti di fine anno, in Trentino è una giungla di ordinanze. Molti comuni hanno deciso di vietarli, ma regole (e multe) sono tutti diversi
di Davide Orsato
Da Mezzolombardo ad Ala, le amministrazioni che hanno optato per il divieto. C'è chi lo dice sui social, ma in altri casi lo si scopre leggendo solo l'albo pretorio
L’ultimo comune ad aggiungersi alla lista è uno dei più popolosi del Trentino: Mezzolombardo. Un’ordinanza contro i botti di fine anno che non è nemmeno transitoria, ma permamente (a meno che un futuro sindaco non la revochi). Vietato accendere fuochi d’artificio oppure esplodere petardi nei giorni del 31 dicembre, San Silvestro, e del primo gennaio. Pena una multa da 50 a 500 euro. Sono sempre di più le amministrazioni comunali che hanno deciso di adottare provvedimenti simili. Decisioni che spesso cadono nel vuoto, perché estremamente eterogenee e perché – di fatto – non vengono fatte rispettare. Non solo, in alcuni casi non vengono nemmeno pubblicizzate. Alcuni provvedimento comunali infatti sono leggibili esclusivamente nell’albo pretorio dei singoli comuni, che non ne fanno menzione né nelle proprie pagine social, né nei propri siti web. E dato che – spesso – sono presi in extremis, a ridosso della fine dell’anno, c’è da sperare nel passaparola, nell’attvismo di qualche assessore o consigliere comunale, per sperare che qualcuno, tra i residenti ne venga a conoscenza.
C’è poi la giungla della multe. A Civezzano (che si è aggiunto ai comuni «antibotto» negli ultimi giorni) il massimo che si rischia di pagare è di 250 euro. Ma la maggior parte delle amministrazioni arriva a 500, inclusi i comuni di Canal San Bovo e quello di Primiero – San Martino di Castrozza. A Villa Lagarina, però, il massimo è di 600 euro. E, sempre in Vallagarina, c’è il caso singolare di Mori, dove il divieto vale per tutto l’anno, non solo per le festività. Alti comuni lo prorogano fino al 6 gennaio, l’Epifania. Poi, botto libero (ma a chi interessa più?).
L’elenco è lungo: tra le amministrazioni che hanno optato per il divieto, spesso inserendo anche le lanterne cinesi, rischiose per gli incendi, figurano Ala, l’Altopiano della Vigolana, Ossana e Trambileno.
Poi ci sono le «raccomandazioni». Il neosindaco del comune di Madruzzo, in valle dei Laghi, Alessio Anselmo, ha scritto una lettera aperta ai concittadini prudenza e attenzione soprattutto
nell’utilizzo di petardi e di fuochi d’artificio, chiedendo «prudenza nell’uso, perché questi dispositivi possono provocare incidenti o innescare incendi, specialmente quando il clima è secco come in questi giorni».
E a Trento? A Capodanno in piazza Duomo niente vetro, lattine e contenitori chiusi per il consumo di bevande. E ci sarà anche il divieto assoluto di utilizzare petardi, mortaretti e ogni altro tipo di fuoco pirotecnico in tutta la piazza, mentre saranno permessi sul resto del territorio comunale. Lo prevede l’ordinanza del sindaco Franco Ianeselli.
«Queste misure – fa sapere il primo cittadino – già sperimentate con successo nelle precedenti edizioni, mirano a prevenire episodi di pericolo legati all’uso improprio dei contenitori in vetro, a limitare i rischi connessi all’abuso di alcol e a garantire un ambiente più sicuro e decoroso per tutti i partecipanti.
Nel caso del capoluogo, la violazione dell’ordinanza comporta una sanzione amministrativa compresa tra 89 e 534 euro, con possibilità di pagamento in misura ridotta pari a 178 euro entro 60 giorni dalla contestazione.