Il caso

venerdì 19 Settembre, 2025

Borgo Valsugana, la polemica dei genitori: «A scuola classi élite e classi ghetto»

di

L’accusa: «Ci sono sezioni di serie B». La replica del preside Vitullo: «Nessuna discriminazione e massima attenzione. Pettegolezzi diffamanti»

«Classi «vip» e classi «ghetto»: questa la polemica sollevata da alcuni genitori della scuola primaria Rita Levi Montalcini di Borgo Valsugana che durante la formazione delle sezioni hanno notato una poca omogeneità tra studenti italiani, studenti stranieri e studenti con disabilità o difficoltà di apprendimento nelle classi.
«Quando ci sono state consegnate le liste – afferma una mamma – è subito saltata all’occhio la creazione di una sezione elitaria, composta dai figli della “Borgo bene” e due sezioni buttate lì». Nello specifico, carte alla mano, si tratta di «una classe interamente composta da cittadini italiani (ad eccezione di uno) e senza bambini con disabilità e altre due classi da 18 studenti con, rispettivamente, 7 e 5 bambini di origine straniera e 2 bambini per sezione con disabilità o difficoltà di apprendimento».
«È come se avessero creato una classe di serie A, che viaggerà senza intoppi e senza distrazioni – specifica un altro genitore – e classi di serie B che andranno più lente. E i bambini se ne sono accorti». La questione, tengono a precisare le famiglie, non è tanto la percentuale di alunni di origine straniera nelle due sezioni ma la distribuzione non omogenea, «perché è chiaro che ci possono essere studenti che hanno più difficoltà nell’apprendimento – specifica un’altra mamma – e una distribuzione più equilibrata avrebbe permesso un percorso più lineare per tutti i componenti della classe». Questa problematica è stata resa nota con email e pec al dirigente dell’istituto, Luigi Vitullo, che ha spiegato che le classi sono state costituite secondo dei criteri specifici e coerenti, basati anche sulle osservazioni delle insegnanti e sui livelli di apprendimento degli alunni.
«Classi, esistono criteri»
Il dirigente scolastico di Borgo, raggiunto al telefono, ha tenuto ad assicurare «che nella creazione delle classi non c’è alcuna discriminazione. Gli alunni stranieri sono presenti in tutta la scuola e per noi sono una risorsa, non di certo un impedimento. Questa storia delle classi élite è un’accusa diffamante». Il dirigente ha, quindi, specificato che «la composizione delle classi è un argomento molto complesso che viene gestito da un collegio docenti formato e preparato. E i parametri sono talmente tanti che fermarsi sul numero degli stranieri è limitante e scorretto».
Il principio guida deve essere l’omogeneità delle classi e tra i fattori che vengono valutati ci sono «il rispetto della parità tra maschi e femmine all’interno di una sezione e l’equilibrio nei livelli di profitto e comportamentali» continua Vitullo. «Il criterio del merito – precisa – prescinde dall’appartenenza familiare o etnica. L’importante è che le classi siano omogenee: questo è l’elemento dirimente».
Esistono poi anche richieste di inserire gli amichetti nella stessa classe «ma non possiamo accontentarle tutte, perché altrimenti verrebbero meno i principi di bilanciamento e di composizione armonica delle classi. L’obiettivo è che tutti abbiano accesso in modo adeguato alle attività formative».
E conclude respingendo le accuse dei genitori con un certo amaro in bocca: «Lo dico a cuore aperto, questi sono pettegolezzi discriminatori. La “classe ghetto” è nella testa dei genitori ed è un problema importante. Quella delle sezioni non è una composizione matematica e scientifica, perché ogni classe ha un percorso, un esperimento da portare a termine. E assicuro che anche nelle classi con forte presenza di immigrati ho potuto assistere a percorsi egregi. La scuola è un’istituzione che aiuta il processo di integrazione e il nostro istituto promuove un ambiente inclusivo a tutto tondo».