Meteo

martedì 23 Dicembre, 2025

Bianco Natale? Sì, ma solo in montagna. Le previsioni di Meteotrentino vedono qualche centimetro a partire dai mille metri. E per il freddo vero se ne riparla a Capodanno

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Attesi tra i dieci e i trenta centimetri. Precipitazioni più abbondanti in Valsugana

La neve a Natale? Ci sarà ma solo in montagna. Lo rende noto l’ultimo aggiornamento di Meteotrentino.

Oggi il tempo resterà stabile, con assenza di precipitazioni su tutto il territorio provinciale. A partire da domani, Vigilia di Natale, la situazione cambierà: già dalla mattinata sono attese deboli precipitazioni, inizialmente sui settori sud-orientali, in estensione al resto del territorio nel corso della giornata.

Tra le ore centrali e il pomeriggio-sera le precipitazioni diventeranno diffuse, con intensità debole o localmente moderata. La quota neve si attesterà attorno agli 800–1.000 metri, ma potrà scendere anche più in basso, soprattutto nelle valli meno ventilate e durante le fasi più intense.

Nella notte e nella mattinata di Natale i fenomeni tenderanno gradualmente ad attenuarsi, fino a esaurirsi nel corso del pomeriggio. Entro le ore centrali del giorno di Natale sono attesi accumuli medi di 10–20 centimetri di neve oltre i 1.000–1.200 metri, mentre a quote inferiori gli apporti saranno più limitati. Non si escludono accumuli superiori ai 30 centimetri sui rilievi maggiormente esposti ai fenomeni di stau, a cominciare dalla Valsugana.

Da Santo Stefano a domenica è previsto un deciso miglioramento, con tempo stabile e soleggiato. Le temperature minime saranno in calo, con possibili gelate nelle valli pianeggianti e poco ventilate. In montagna, invece, affluirà aria più mite, con la quota dello zero termico in aumento, fino a superare i 2.000 metri nella giornata di domenica.

Allo stato attuale, i principali modelli meteorologici, prevedono un’ondata di freddo a partire da Capodanno, ma è ancora troppo presto per stabilire le eventuali precipitazioni.

Intanto la prima parte di dicembre risulta essere tra le più calde delle serie storiche in quota, con un’anomalia, spalmata su tre settimane che, in certe località, supera i 30 gradi.