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mercoledì 18 Giugno, 2025

Beatrice Monticelli: «La rabbia è utilissima. Comprenderla aiuta ad affrontare le emozioni in modo più consapevole»

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L'esperta in counseling: «L'intelligenza emotiva si può allenare, come si fa con un muscolo»

Ragazzi e ragazze, vi capita mai di arrabbiarvi, sentirvi tristi o confusi senza capire bene il perché? Le emozioni possono sembrare un caos, ma imparare ad ascoltarle è possibile. Ne abbiamo parlato con Beatrice Monticelli, counselor, che ci aiuta a fare un po’ di ordine dentro di noi.

Beatrice, a volte mi arrabbio ma non so perché. Cosa può esserci dietro la rabbia?
«La rabbia, anche se spesso la consideriamo un’emozione “negativa”, in realtà è utilissima. Arriva ogni volta che qualcosa o qualcuno si mette in mezzo tra noi e ciò che desideriamo. Immagina questa scena: sei in ritardo al mattino, vedi il bus che sta per partire e inizi a correre. Ce la stai quasi facendo, ma l’autista chiude le porte proprio davanti a te. Che rabbia! E proprio oggi che ti eri preparato per quell’interrogazione alla prima ora… Quella rabbia ti fa capire quanto ci tenevi ad arrivare puntuale: ti mostra ciò che è davvero importante per te e ti dà l’energia per reagire, per trovare un altro modo per raggiungere il tuo obiettivo. Ma non sempre la rabbia nasce da un ostacolo esterno. A volte fa da “maschera” ad altre emozioni, più difficili da riconoscere o da esprimere. Facciamo un altro esempio: sei con il tuo gruppo di amici, vorresti dire qualcosa, ma nessuno ti ascolta davvero. Forse dentro di te senti delusione, tristezza o senso di esclusione. Ma queste emozioni fanno male e sono più complicate da affrontare… così, senza quasi accorgertene, emerge la rabbia. Ti arrabbi perché ti senti ignorato, perché non ti senti rispettato. E allora esplodi, anche se magari quello che stavi cercando era solo uno spazio per essere ascoltato. Capire cosa c’è dietro la rabbia non è sempre facile, ma può aiutarti a conoscere meglio te stesso e ad affrontare le emozioni in modo più consapevole».
Cosa posso fare quando le emozioni sembrano prendere il controllo e mi fanno dire o fare cose che poi mi pento di aver detto o fatto?
«Succede a tutti, soprattutto nei momenti intensi: un’emozione prende il sopravvento e ci fa dire o fare cose che poi ci fanno stare male. Ma il fatto che ci pentiamo è già un buon segno: significa che dentro di noi c’è una parte che riflette e vuole rimediare. Perdere il controllo ogni tanto è umano. Ma se succede spesso, può essere utile allenarsi un po’. Come? Imparando ad ascoltare le emozioni, a capire come ci sentiamo davvero e quali bisogni ci sono dietro. Le emozioni non arrivano a caso: quelle piacevoli ci dicono che un nostro bisogno è stato soddisfatto, quelle spiacevoli che qualcosa non va. Più diventiamo consapevoli di questo, più riusciremo a esprimere quello che proviamo senza farci travolgere. E a comunicare meglio, anche nei momenti difficili».
Si può imparare ad ascoltare le proprie emozioni senza esserne travolti?
«Sì, si può imparare, e si chiama intelligenza emotiva. È una capacità che tutti e tutte possiamo allenare, un po’ come si fa con un muscolo. All’inizio può sembrare difficile, ma con un po’ di costanza diventa sempre più naturale. Il primo passo è provare ad ascoltare davvero ciò che succede dentro di te. Quando senti un’emozione, fermati un momento e chiediti: cosa sto provando esattamente? Dove la sento nel corpo? È una sensazione piacevole o no? Se potesse avere un colore o una forma, quale sarebbe? Poi prova a darle un nome: rabbia, paura, gioia, tristezza o disgusto. Queste sono le emozioni primarie, ma possono avere tante sfumature, come il dispiacere, la frustrazione o l’entusiasmo. Una volta riconosciuta l’emozione, prova a capire cosa vuole dirti. Ogni emozione porta con sé un messaggio: forse hai bisogno di attenzione, di riposo, di libertà o semplicemente di sentirti ascoltato. Se riesci, prova a prenderti cura di quel bisogno. Più impari a fare spazio alle tue emozioni, più sarà difficile che ti travolgano all’improvviso. Ascoltarle non vuol dire lasciarsi dominare, ma iniziare a conoscerle davvero. E questo, piano piano, cambia tutto».