Cronaca
venerdì 17 Ottobre, 2025
Avio, con l’ambulanza si scontra con lo scooter: volontario accusato di omicidio stradale dopo la morte di Renato Brusco
di Denise Rocca
Un doppio dramma: l'autista del mezzo d'emergenza stava intervenendo su un codice rosso. A perdere la vita l'operaio della Dana di 53 anni

Il dramma è quello di due famiglie, ma a ben guardare quello di tutta la comunità della Bassa Vallagarina che rivive il senso di perdita e la tristezza per una vicenda complessa e dolorosa a due anni dalla morte di Renato Brusco, conosciuto e amato 53enne di Ala scomparso tragicamente in un incidente in sella al suo scooterone. Un incidente nel quale è stata coinvolta anche un’ambulanza guidata da un volontario che per quella fatalità vive nello scoramento. A due anni di distanza da quell’8 settembre e dallo schianto, ad Avio, contro un palo della luce, seguito allo scontro con un’ambulanza della Stella d’Oro diretta sul luogo di un altro incidente, l’autista volontario che quel giorno era alla guida del mezzo di soccorso è a processo con l’imputazione di omicidio stradale.
Un dramma che dopo la tragica morte dell’operaio della Dana, marito e padre di famiglia, amico sincero e tifosissimo della Juventus, oggi ritorna a fare male anche per l’altra parte coinvolta accusata di avere delle responsabilità per quella morte. Il legale che ha assunto la difesa dell’autista, l’avvocato Alberto Scerbo, ha presentato al giudice una perizia tecnica di parte nella quale la dinamica dell’incidente viene ricostruita passo passo, grazie anche all’ausilio delle telecamere sul posto, mettendo in luce la condotta ritenuta corretta del volontario della Stella d’Oro che procedeva a grande velocità, come permesso nel caso di un intervento in codice rosso, con i dovuti segnali luminosi e di allerta accesi.
La ricostruzione presentata dal legale dell’uomo lo sgrava di responsabilità nell’incidente che ha causato la morte di Renato Brusco evidenziando la correttezza della procedura seguita durante l’intervento in corso e il movimento della moto che si sarebbe, secondo questa ricostruzione, spostata inizialmente dal centro della carreggiata molto a sinistra, verso l’altro lato di marcia: un gesto inteso dall’autista dell’ambulanza come un lasciapassare per il mezzo di soccorso che a quel punto ha proceduto sulla careggiata ad affiancare i motociclista sulla destra per sorpassarlo e procedere nella sua corsa. A quel punto però, la perizia evidenzia un cambio di direzione dello scooter che è andato ad urtare il mezzo di soccorso sulla fiancata dalla parte del guidatore, fatto che ha poi fatto perdere a Brusco il controllo della moto che si è schiantato contro un palo della luca a bordo strada. Uno scontro dal quale Brusco non ha mai preso conoscenza, nonostante i soccorso prestati dal personale dell’ambulanza coinvolta nell’incidente che è riuscita per un attimo a far tornare il suo cuore a battere tanto da essere elitrasportato al S.Chiara dove però è stato dichiarato morto, troppo gravi le lesione causate dal violento scontro.
Il procedimento penale ai danni dell’autista dell’ambulanza è stato rinviato alla primavera per permettere l’analisi della documentazione presentata.
Il percorso
In 75 alle selezioni del Soccorso Alpino trentino: 72 promossi, 13 sono donne. E ora si passa alle prove su neve
di Redazione
Nel weekend dell’11 e 12 ottobre 75 candidati, provenienti da tutta la provincia, hanno affrontato la prova su roccia. A dicembre la seconda fase in ambiente innevato