La reazione
venerdì 14 Novembre, 2025
Aumenti ai consiglieri regionali, la dura critica dei sindacati: «Privilegi inaccettabili mentre cresce la povertà»
di Redazione
Cgil, Cisl e Uil attaccano la maggioranza di centrodestra in Consiglio regionale per il mancato stop all’aumento delle indennità: «Scelte fuori scala, lontane dalla vita reale dei lavoratori e delle famiglie»
I segretari provinciali trentini di Cgil, Cisl e Uil tornano all’attacco contro l’aumento automatico delle indennità dei consiglieri regionali, definito «un privilegio inaccettabile» in un momento in cui la povertà cresce e sempre più famiglie chiedono aiuto.
Secondo i sindacati, il recente rapporto della Caritas diocesana rende evidente la gravità della situazione sociale: quasi 2.500 nuclei familiari si sono rivolti ai centri di ascolto. Un dato allarmante che, dicono, si scontra con l’atteggiamento della politica regionale. «L’ultima denuncia della situazione critica che vivono sempre più famiglie trentine è arrivata in questi giorni dal rapporto della Caritas diocesana: quasi 2.500 nuclei si sono rivolti ai centri ascolti per chiedere aiuto. I consiglieri regionali, invece, continuano ad abitare la loro torre d’avorio, indifferenti alla situazione di povertà e diseguaglianze crescenti nella nostra comunità», affermano i tre segretari.
Nel mirino finisce il mancato stop, in commissione, al meccanismo che prevede un incremento automatico di circa 700 euro delle indennità. «Aumenti automatici che, così come sono stati congegnati, non sono altro che veri e propri privilegi, che offendono tutti i lavoratori e le lavoratrici, i pensionati e le pensionate che ogni giorno devono fare i conti con un costo della vita crescente», sottolineano.
I sindacati ricordano di aver lanciato l’allarme già un mese fa, senza ottenere risposta: «Lo abbiamo chiesto un mese fa, inascoltati, lo ribadiamo ancora una volta oggi: non è più tempo di giocare a nascondino. Nel rispetto di tutti i cittadini quegli aumenti vanno bloccati e sta al consiglio regionale individuare dei meccanismi di calcolo che garantiscano equità e misura».
Un messaggio ribadito con forza anche nel loro appello alle forze politiche: «Gli aumenti fuori scala delle consigliere e consiglieri regionali vanno bloccati subito. E va trovato in tempi brevi un meccanismo di calcolo che garantisca equità e misura. Criteri che l’attuale sistema non è in grado di assicurare». Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher criticano inoltre il tentativo di alcune forze politiche di sottrarsi alla responsabilità: «Fare di tutto perché non si affronti la questione equivale a sostenere che l’attuale meccanismo di calcolo va bene così com’è. Si abbia almeno il coraggio di giustificare a lavoratori e pensionati che è normale incassare aumenti di migliaia di euro, somme anche cinque, dieci volte superiori all’aumento medio contrattuale di un barista o un commesso».
Per i sindacati la soluzione è chiara: agganciare gli incrementi dei consiglieri alla media degli aumenti contrattuali del pubblico e del privato. «Solo così si potrà garantire un trattamento equo», concludono i segretari generali.
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