Il caso
martedì 24 Giugno, 2025
Ateneo, selfie con la maglietta «Barbie Brigate Rosse», Urzì (FdI) attacca la presidente degli studenti (che si scusa)
di Redazione
In una nota il coordinatore di Fratelli d'Italia diffonde screen e accusa Agnese Tumicelli, componente del cda. Lei: "Errore grave e fraintendibile, mi dispiace". Poche settimane fa il caso di Azione Universitaria

Un mese fa le chat di Azione Universitaria, i riferimenti nostalgici a Salò, le accuse e l’autodifesa del consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Giacomo Mason. E il silenzio del partito di Giorgia Meloni, che dalla questione ha mantenuto distanza. Oggi però il partito si occupa di questioni (e profili social) dell’ateneo. L’onorevole Alessandro Urzì, coordinatore di FdI ha stigmatizzato foto e post di Agnese Tumicelli, presidente del consiglio studentesco e componente del consiglio di amministrazione dell’ateneo. Le immagini contestate sono due, in particolare: un selfie con una maglietta con la scritta “Barbie Brigate Rosse” e una foto con una Fiat d’epoca che, per Urzì, sarebbe un riferimento (anzi: lo scherno) dell’uccisione di Aldo Moro. Una foto privata decontestualizzata, viceversa, per Tumicelli che al termine di una giornata di polemiche si è scusata prendendo le distanze in modo netto dall’ideologia violenta.
Con ordine. Il caso divampa la mattina. Ad accendere l’interruttore, Urzì: “Denunciamo il pericoloso riaffiorare della simbologia delle Brigate rosse nell’ambito di una organizzazione studentesca di sinistra accreditata all’Università di Trento e gli episodi che in queste ore stiamo sottoponendo all’attenzione dei ministeri all’Interno ed all’Università devono imporre immediate reazioni da parte dell’Ateneo e del rettore”. Questi i fatti riepilogati dal coordinatore di FdI: “Sui propri social Instagram la presidente del Consiglio studentesco nonché componente del Consiglio di amministrazione dell’Ateneo trentino Agnese Tumicelli si è mostrata indossando magliette che mostrano la sigla delle Brigate Rosse, la stella a cinque punte odiosamente utilizzata come marchio per omicidi e attentati, ma come se non bastasse anche l’immagine della Renault 4 rossa che richiama l’omicidio del presidente Aldo Moro, ma ancora una pistola, un piede di porco, un passamontagna e addirittura l’immagine stilizzata di uno schermo tv in cui è ritratto il profilo dell’ostaggio prima della esecuzione. Al centro la scritta Barbie e la raffigurazione della celebre bambola. La maglietta risulta diffusa da un canale internet legato ad un gruppo semiclandestino dal nome ‘Innioranza’ che ha prodotto un brano oscenamente inneggiante alle azioni delle BR ed all’omicidio Moro”.
Ma il deputato non si ferma e ribadisce – citando esplicitamente il precedente di Azione universitaria, caso che s’è chiuso senza alcuna dimissione di alcuno – l’incompatibilità della carica di Tumicelli con i post pubblicati. “Ora che questo armamentario apologetico del terrorismo omicida che ha lacerato l’Italia sia mostrato pubblicamente da una componente del Consiglio di amministrazione dell’Università di Trento, dove le Brigate rosse ad opera di Renato Curcio e Mara Cagol videro la luce, impone una reazione ferma dell’Italia democratica. Il caso è già stato denunciato ieri sera in un intervento a fine seduta della Camera dei Deputati. Agnese Tumicelli ha mostrato sui propri profili Instagram anche una foto di una vettura rossa che richiama una Renault 4, sempre la stessa dell’omicidio Moro, con ritratta una persona, forse lei stessa, riversa come a riprodurre la macabra scena nel baule aperto. Un delirio insopportabile per la violenza di queste immagini che rendono incompatibile la permanenza dell’autrice negli organi di amministrazione della stessa Università e ai vertici del comitato studentesco nonché negli organismi di Unitin, organizzazione studentesca accreditata dall’Ateneo. La Tumicelli era stata nei giorni scorsi la prima sottoscrittrice assieme ad altre sigle di sinistra di una petizione per chiedere al rettore di revocare l’accreditamento di Azione Universitaria, l’unica organizzazione studentesca chiaramente orientata verso il Centrodestra. Ora – conclude Urzì – tutto si inquadra in una ottica molto inquietante”.
Inevitabili le scuse della presidente. “Nella giornata di oggi si è sollevata una forte attenzione mediatica e politica attorno ad alcune fotografie che mi ritraggono e che sono state da me pubblicate sul mio profilo Instagram. Vorrei sentitamente scusarmi con tutte le persone che si sono sentite ferite o turbate da quanto emerso: mi scuso con gli studenti che mi hanno votata e che rappresento e con l’Ateneo – scrive Tumicelli – In seguito al comunicato diffuso dalla mia associazione e dal Consiglio Studentesco, è giusto che anche io faccia chiarezza sulla mia posizione. Innanzitutto, le due immagini oggetto della polemica non erano in alcun modo collegate tra loro, né erano pensate per richiamare o banalizzare la tragica vicenda del sequestro e dell’omicidio dell’onorevole Aldo Moro. La prima foto, pubblicata mesi fa, mi ritraeva in quella che voleva essere una posa dispiaciuta: io e i miei amici avevamo infatti appena appreso la notizia che l’auto nella fotografia, una fiat degli anni 90 appartenente ad un caro amico, sarebbe stata venduta perché non più funzionante. Nessuna intenzione satirica, politica o storica: solo un momento personale, frainteso e decontestualizzato”.
Poi l’immagine di cattivo gusto. “La seconda immagine, quella con la maglietta “Barbie Brigate Rosse”, è stata un errore. Un errore grave, ingenuo e profondamente fraintendibile. L’ho indossata, con leggerezza mal calibrata, perché l’ho vista come un modo per evidenziare quanto fosse assurdo accostare due universi così distanti e inconciliabili: la cultura pop e un’ideologia violenta.
Il messaggio, chiaramente, non è passato, ed è mia responsabilità aver sottovalutato il peso delle immagini e la sensibilità che esse evocano. Ci tengo però a ribadire che: non ho mai inteso fare apologia o anche solo satira sulle Brigate Rosse o sugli anni di piombo; condanno con forza ogni forma di estremismo e di violenza politica, da qualunque parte provenga; non faccio parte di nessun movimento radicale o estremo, anzi, collaboro da sempre con un’associazione studentesca che si riconosce fieramente nei valori democratici”.
In queste ore, prosegue la presidente, “ho ricevuto la fiducia e la solidarietà delle associazioni studentesche che compongono il Consiglio che presiedo. Li ringrazio. Ma questo non toglie che io debba assumermi la piena responsabilità del mio gesto. Ho sbagliato. Profondamente. E chiedo scusa, soprattutto alle vittime del terrorismo, ai loro familiari e a tutti coloro che, con ragione, sentono ancora oggi il peso di una ferita storica non rimarginata. Abbiamo bisogno, oggi più che mai, di giovani che sappiano ricordare la storia, non banalizzarla, e io per prima mi impegno a fare tesoro di questo episodio per crescere nella mia responsabilità civile, personale e pubblica”.
Ricerca
Precarietà, discriminazione di genere, mancanza di sostegno del partner: uno studio analizza le (tante) ragioni per cui non si fanno figli
di Redazione
Per scegliere di essere genitori servono sicurezza e speranza. A dirlo è il Report 2025 State of World Population pubblicato in questi giorni dal Fondo delle Nazioni unite per la popolazione. Nel secondo capitolo la demografa UniTrento Agnese Vitali analizza il ruolo delle politiche in una crisi su cui si innestano molti pregiudizi
Il caso
Ateneo, anche gli studenti contro la ricerca con Ibm Israel (che ha realizzato il sistema di monitoraggio dei palestinesi). E il rettore convoca il Senato
di Tommaso Di Giannantonio
All'università di Trento è partita una petizione per ridiscutere l'attività scientifica che coinvolge il colosso dell'informatica