Monte Terlago

martedì 2 Dicembre, 2025

Asini avvelenati alla fattoria didattica: bocconi letali per Isma e Biscotto. «L’obiettivo erano i pastori maremmani»

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La proprietaria, Stefania Lusuardi di «Maso Canova»: «Temo ritorsioni per le mie posizioni ”pro - orso”»

Biscotto si è sentito male nel pomeriggio di domenica 23 novembre. «Non riusciva a rimanere ritto sulle gambe, un comportamento strano per un asinello di un anno e mezzo che godeva di ottima salute». Stefania Lusuardi, la sua proprietaria, nonché titolare di Maso Canova, azienda agricola e fattoria didattica con sede a Monte Terlago, ha pensato – dopo un consulto con il suo veterinario di fiducia – che potesse essere colpa del freddo improvviso. Mercoledì, quando gli stessi sintomi hanno colpito Isma, la mamma di Biscotto, ha capito che la situazione era seria… molto seria. Nel giro di pochi giorni i due animali non c’erano più. Morti per avvelenamento. «Sono state svolte delle analisi – racconta Stefania, ancora molto scossa – e il veterinario mi ha confermato che hanno ingerito dei bocconi avvelenati. Esche che, di norma, sono pensate per i cani». E qui la vicenda diventa, se possibile, ancora più inquietante. Perché Stefania, nella sua fattoria didattica, ospita anche due pastori maremmani: Olmo e Chloé. E viene il sospetto che i destinatari di quei bocconi avvelenati possano essere loro. «Sono cani da guardiania, necessari per la nostra attività, in una zona interessata dalla presenza dell’orso: l’unica predazione che ho avuto è stata quando Chloè si è spaventata per un temporale. Mi è sparita qualche gallina». Un inconveniente che non ha fatto cambiare idea a Lusuardi sulla necessità di convivere con la fauna selvatica: «Io sono convinta che qui ci debbano stare anche loro – spiega – e la mia azienda si fonda su questa filosofia: niente fitofarmaci e l’obiettivo di educare il più possibile al rispetto della fauna selvatica e alla coesistenza con essa». Una posizione nota, la sua, e che, con il clima degli ultimi anni ha causato più di un dissapore. «Sì – conclude Stefania – ci sono stati degli scontri, ma si è sempre rimasti sul piano verbale. Faccio fatica a pensare che qualcuno mi possa attaccare così. Quegli asini erano una presenza importante per la mia azienda: con loro facevo attività rivolta alle persone diversamente abili». Lusuardi ha denunciato il fatto ai carabinieri. «In questi giorni – avvisa – sto valutando il futuro di questa piccola fattoria. Non posso pensare di vivere e lavorare in un posto dove non mi vogliono, ma non sono sicura di riuscire a spegnere dentro di me quella fiammella di fuoco che mi porta a lottare verso ciò che è giusto».