Padaro
domenica 6 Novembre, 2022
Arco, perde l’appiglio e precipita dalla parete. Morto 55enne di Trento
di Chiara Turrini
Fatale il volo da 15 metri, sembra che una delle protezioni si sia sfilata mentre l'uomo saliva da primo di cordata
Era una giornata di sole perfetta, ieri, per scalare sulle falesie di Arco. Ma l’uscita di tre amici uniti dall’amore per l’arrampicata si è trasformata in tragedia. La vittima riscossa dalla montagna è Paolo Biondaro, classe 1967 di Trento, sviluppatore software di professione, climber per passione e vocazione. Precipitato da un’altezza di quindici metri, è finito sotto un tetto di roccia che ha reso molto difficili le operazioni di recupero, con una decina di soccorritori coinvolti e due voli dell’elisoccorso di Trentino Emergenza.
Ieri mattina l’informatico trentino si trovava a Padaro, frazione arcense amata da chi arrampica e da chi cerca dolci paesaggi con il lago di Garda sullo sfondo. Biondaro era con due amici e l’obiettivo della giornata era portare a casa la via Artemis, percorso non del tutto facile ma neppure estremo.
La Artemis si raggiunge praticamente in macchina, ha un dislivello totale di 220 metri e solo in un tratto la difficoltà è 6b. Non impossibile, appunto. Serve allenamento, esperienza e consapevolezza: tutto quello che a Paolo Biondaro non mancava di certo. Infatti era il primo in cordata, e avanzava con le corde, assicurando se stesso e preparando il tracciato mentre gli altri erano in sosta più in basso.
Intorno alle 11.10 Biondaro raggiunge il terzo di sette tiri, e il peggio sembrava essere passato: il passaggio più arduo era appena stato lasciato alle spalle. I due compagni di scalate si trovavano ancora al secondo tiro. Il 55enne era il primo del gruppo e doveva andare avanti, assicurarsi e aprire la strada agli altri. Qualcosa però è andato storto.
Molto probabilmente lo sviluppatore ha perso un appiglio e così è volato per una quindicina di metri. Nella caduta, una delle protezioni si è sfilata dalla parete e il climber è precipitato ancora più in basso, continuando il volo sotto lo sguardo agghiacciato dei compagni. Biondaro è rovinato a terra un altro paio di metri sotto la sosta del secondo tiro, dove si trovavano i suoi amici. Il luogo è particolarmente impervio.
Subito scatta l’allarme e interviene il soccorso alpino speleologico di Riva del Garda con i vigili del fuoco. Arriva anche l’elisoccorso di Trentino Emergenza, ma così com’è arrivato, è ripartito quasi immediatamente, dopo aver calato con il verricello l’equipe medica e il tecnico dell’elisoccorso, per quanto possibile vicino al luogo dove il 55enne è caduto. La conformazione della montagna di Padaro rende infatti molto difficile l’avvicinamento dell’elicottero: troppo rischioso volare vicino alla montagna, le pale rischiano di battere sulla parete.
Oltre a ciò, Biondaro è caduto sotto a un tetto di roccia, in una zona per nulla facile da raggiungere per i soccorritori. L’elicottero, con un secondo volo, ha calato sul posto altri due operatori delle stazioni di Riva del Garda e Ala e un ulteriore tecnico di elisoccorso per dare supporto nelle operazioni di recupero. Altri volontari di vigili del fuoco e soccorso alpino sono saliti dalla strada fino all’attacco della via. Dopo un tempo sembrato infinito, Biondaro è stato raggiunto a circa quindici metri più in basso rispetto al terzo tiro della via Artemis. Nonostante i tentativi di rianimazione, per il climber non c’era ormai nulla da fare e il medico non ha potuto fare altro che constatare il decesso.
Una volta ottenuta l’autorizzazione del pubblico ministero, la salma è stata verricellata a bordo dell’elicottero e trasferita a Riva del Garda. L’intervento si è concluso intorno alle 14.45. Sul posto è intervenuta anche la polizia.
Ci sono voluti sei uomini del soccorso alpino dell’Alto Garda per recuperare il corpo senza vita dell’arrampicatore e chiudere in questo modo una giornata che doveva essere memorabile, tra amici, in falesia.
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