salute e benessere

martedì 29 Luglio, 2025

Apnee notturne, pelle più scura sotto le ascelle: i segnali che indicano il rischio diabete e la prevenzione tra stile di vita e alimenti

di

I consigli del Dottor Michele Pizzinini, specialista in Diabetologia e malattie del ricambio

Quali segnali precoci possono indicare un rischio di sviluppare diabete o insulino-resistenza?

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Esistono dei segnali precoci che possono indicare un maggior rischio di sviluppare diabete e ci sono delle manifestazioni di insulino-resistenza.
Ebbene sì, ci sono dei segnali e soprattutto delle alterazioni clinico-laboratoristiche che possono suggerire un rischio aumentato di sviluppare diabete mellito di tipo 2 e/o insulino-resistenza. Ed è importante individuarle precocemente per adottare comportamenti preventivi, quali intervenire sul nostro stile di vita correggendo eventuali errori alimentari e mantenendo una vita attiva.

 

Prima di inoltrarmi nella discussione sui segnali di insulino-resistenza è importante precisare alcuni concetti fondamentali sulla regolazione della glicemia da parte del nostro organismo. Provate ad immaginare questa situazione, molto frequente durante l’estate. È molto caldo, siamo tranquillamente rilassati in spiaggia ad abbronzarci, non stiamo facendo attività fisica e stiamo sudando molto col rischio di disidratarci. Decidiamo di berci una lattina di una bevanda zuccherata. Normalmente una lattina di queste bibite contiene circa 30-35 g di zucchero. Tutti zuccheri semplici che non richiedono nessuna digestione da parte di stomaco e intestino, che vengono immediatamente assorbiti e che passano quindi in circolo rapidamente. Il consumo di glucosio del nostro corpo a riposo è di circa 7-8 grammi all’ora.
Ebbene, se passano rapidamente in circolo 35 grammi di zucchero e noi ne consumiamo 8 in un ora, gli altri 27 che fine fanno?
E qui entra in azione il pancreas che altro non è che un lettore di glicemia. Quando la glicemia sale il pancreas immette nel sangue l’insulina, e l’insulina cosa fa? Gli unici organi bersaglio dell’insulina sono i muscoli, il fegato e le cellule adipose.
I primi ad essere interpellati se necessitano di glucosio sono i muscoli, ma essendo noi mollemente adagiati sulla nostra sdraio non consumiamo niente e quindi questi non prelevano glucosio. Anzi, ritirano proprio i recettori dell’insulina e pertanto si dice che siano insulinoresistenti, ovvero non rispondono alle sollecitazioni dell’insulina.
Il secondo ad essere interpellato è il fegato. Questo, per impedire che tutti questi zuccheri rimangano in circolo e vadano a danneggiare le arterie, li preleva e li trasforma, dapprima in grassi e poi in trigliceridi. I trigliceridi sono strettamente imparentati con il metabolismo degli zuccheri. Questi inizialmente si accumulano dentro il fegato producendo la steatosi (cioé il fegato grasso) successivamente vengono riversati nel sangue.
L’insulina infine si rivolge al tessuto adiposo, così si chiama il nostro grasso corporeo, in particolare si rivolge a quello addominale, e lo invita a prelevare questi grassi circolanti e ad accumularli.
Il risultato è che, dopo aver assunto una bevanda zuccherata o un gelato o un dolce, ci troviamo nella condizione di avere nel sangue una glicemia alta, l’insulina alta, un aumento dei trigliceridi e di conseguenza un deposito aumento del grasso sia dentro che il fegato che dentro l’addome soprattutto in assenza di attività fisica.

Ecco allora, cara signora Rossella, che facendo un semplice esame del sangue, noi possiamo trovare un aumento: della glicemia, dell’insulina, dei trigliceridi, e talvolta anche del colesterolo e dell’acido urico.
Con un metro possiamo poi anche misurare la circonferenza dell’addome, chiara manifestazione dell’accumulo di grasso addominale, che a sua volta può determinare russamento e apnee notturne.
Dobbiamo ricordarci che ogni volta che mangiamo alimenti ricchi di zucchero consumiamo insulina e le persone che hanno famigliarità per il diabete, possono aver ereditato una «serbatoio» di insulina più piccolo del normale tanto che dopo anni trascorsi a «sprecare» inutilmente insulina mangiando zuccheri, si arriva alla mezza età quando la glicemia sale a causa dell’incapacità del pancreas di produrre insulina in quantità adeguate.

 

In sostanza, quando eccediamo nel consumo di zuccheri favoriamo un’eccessiva produzione di insulina e le manifestazioni cliniche di ipersinsulinemia e di insulinoresistenza sono: esami sballati, un fegato grasso, un addome globoso con russamento, apnee notturne, l’acantosi nigricans che consiste in una colorazione cutanea più scura sotto le ascelle ed in molte donne anche l’ovaio policistico.

* Specialista in Scienza dell’alimentazione
Specialista in Diabetologia e malattie del ricambio
Direttore Sanitario Policura a Trento