La mozione

venerdì 1 Agosto, 2025

Anche Lavis si schiera per Gaza: «Interrompere gli accordi con Israele sulle armi»

Firmata dalla maggioranza Pd - Patt. «Fermare quella che è diventata una roulette della morte»

Il Consiglio comunale di Lavis, nella seduta di mercoledì 30 luglio, ha approvato l’ordine del giorno presentato da Pd, Patt e Vivilavis «Salviamo Gaza ora, fermiamo il massacro».

 

Come già avvenuto anche in molti altri municipi trentini e non solo, il documento sollecita il Governo italiano a far pressione sul Governo di Israele, in ogni sede diplomatica e pubblica, affinché sia consentito immediatamente l’ingresso nella Striscia degli aiuti umanitari da distribuire alla popolazione civile; ad attivare subito un’azione diplomatica per l’immediato cessate il fuoco, per il rilascio degli ostaggi rapiti da Hamas e per il rispetto del diritto umanitario internazionale; a interrompere la compravendita di armi da e per Israele; a schierarsi per la sospensione del trattato di associazione tra Unione europea e Israele come già fatto da 17 Paesi viste le gravi e continue violazioni dei diritti umani.

 

Questa la premessa del testo: «“Mai più” promettiamo quando parliamo di crimini di massa del passato. Quella promessa a Gaza viene rinnegata ogni giorno, perché Gaza è diventata l’inferno sulla terra. Dopo i bombardamenti a tappeto che hanno raso al suolo intere città, anche la distribuzione degli aiuti umanitari è diventata un pretesto per continuare il massacro. Il Comune di Lavis, insieme all’Arcidiocesi di Trento e alle Acli Trentine, vuole alzare la voce per condannare la distruzione di Gaza, la chiusura dei suoi confini agli aiuti umanitari, la sadica distribuzione del cibo diventata una roulette della morte.

Sappiamo che la nostra riprovazione potrebbe non sortire alcun effetto, ma non possiamo comunque stare in silenzio, perché il silenzio è complice. Sappiamo che condannare non basta, ma auspichiamo che alla voce di Lavis e di tante altre città si uniscano compatte quelle dei Governi, in primis quello italiano, sospinti da un’indignazione diffusa che, per quanto ci riguarda, è diventata vergogna».