Il caso

venerdì 6 Giugno, 2025

Anche in Trentino pioggia di telefonate per «la truffa Iliad» con tanto di numero contraffatto. L’azienda telefonica «vera» ha presentato un esposto in Procura

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I truffatori hanno contattato anche un dipendente della ditta di telefonia, che non usa il telemarketing. L'ad Levi: «Puntiamo a colpire le cause del fenomeno»

Hanno telefonato persino a un dipendente di Iliad, una delle aziende telefoniche per cui i truffatori si sono fatti passare. E le telefonate fasulle, negli ultimi giorni, sono arrivati anche in Trentino. Tant’è che l’azienda telefonica francese, con molti clienti anche in Italia, ha presentato un esposto alla Procura di Milano: contro ignoti, naturalmente.

 

Si tratta dell’ultima, sofisticatissima truffa telefonica in ordine cronologico. La tecnica è quella dello «spoofing», ossia  quella che prevede, tramite alcune applicazioni (alcune disponibili gratuitamente online) il «camuffamento del numero» facendo apparire sul display della vittima uno diverso da quello reale da cui proviene la chiamata.

 

Nel caso specifico, i clienti vengono chiamati per essere avvertiti di una «rimodulazione di contratto» e invitati a migrare verso una nuova offerta. Il tutto con una certa pressione da parte del finto operatore, che parla di possibili disservizi: lo scopo è quello di carpire dati sensibili. L’errore dei truffatori, però, è stato quello di contattare un dipendente dell’azienda telefonica, una persona che sa benissimo che la ditta per cui lavora non ricorre al telemarketing.

 

Da qui la scelta di Iliad di fare un esposto. Per Benedetto Levi,  amministrato delegato di Iliad, «Chi fabbrica contatti usando informazioni false che ledono l’immagine delle aziende menzionate e conseguentemente sia la trasparenza che la fiducia nel mercato. Frodi di questo tipo sono ormai di massa. È nostra convinzione che queste attività danneggino la reputazione e la fiducia di intere filiere industriali, oltre a svilire completamente il canale delle vendite telefoniche. Il nostro esposto punta proprio a colpire la causa del fenomeno, e cioè le dichiarazioni false e truffaldine tramite le quali queste società acquisiscono, trattano e cedono i dati personali degli utenti».

 

In Trentino sono già stati segnalati molti casi, del resto anche gli specialisti dello «spoofing» hanno già colpito in Provincia nelle scorse settimane, falsificando, niente meno, che il numero dei carbainieri di Trento.