L'iniziativa
giovedì 25 Settembre, 2025
«Altra-Piazza fest», Santa Maria Maggiore diventa la «piazza della sostenibilità»
di Simone Casciano
Dai creatori delle «birrette esistenzialiste», un evento che mette insieme workshop, arte e intrattenimento. L'avvio oggi alle 18

Mettere insieme arricchimento, cultura e divertimento, il loro marchio di fabbrica, e questa volta farlo al servizio della sostenibilità, una parola «troppo spesso abusata nel contesto attuale e a cui vogliamo restituire il suo significato più vero». Questo lo spirito alla base di Altra-Piazza Fest, l’evento organizzato dall’associazione culturale Amalgama che oggi, dalle 18, trasformerà Piazza Santa Maria Maggiore nella «piazza della sostenibilità». Amalgama è il gruppo di giovani studenti e studentesse che sta dietro a eventi come «Birrette esistenzialiste», il «Simposio» e lo «Zibaldone». Fortunati esperimenti di dibattito, approfondimento e intrattenimento che da qualche anno animano la città. Ora provano a fare le cose in grande con un evento che durerà fino alle 23 e prevede stand di tante associazioni, workshop, esposizioni artistiche, degustazioni, book crossing, musica, «swap party», speed debate e tanto altro. «È il nostro primo grande evento aperto – spiega Samuele Di Marzio di Amalgama Aps – Volevamo un evento in cui non si parlasse solo di sostenibilità, ma la si praticasse anche».
Di Marzio, cos’è «Altra Piazza Fest»?
«È il primo grande evento aperto organizzato da Amalgama, un festival interamente dedicato al tema della sostenibilità. L’idea di fondo è semplice: mentre parliamo di sostenibilità, dobbiamo anche praticarla. Il programma sarà ricco e variegato: workshop, momenti artistici, intrattenimento e occasioni di confronto. L’obiettivo è unire arricchimento culturale e divertimento, proprio come accade con le nostre “birrette esistenzialiste”, dove si chiacchiera, si ride e allo stesso tempo si riflette. Durante il festival si potrà imparare a riciclare la carta e trasformarla in libri, partecipare a un bookcrossing curato da Rileggo per scambiarsi titoli e scoprire nuove letture, oppure prendere parte a uno swap party di vestiti, per tornare a casa con qualcosa di bello, nuovo e sostenibile. Non mancheranno i nostri speed debate, pensati per accendere un po’ di fermento intellettuale. La cornice generale resta sempre la sostenibilità, anche quando si parla di cibo. Sarà infatti possibile assaggiare le proposte di realtà come Ibris, Cara Siria, Peterle e Migola, tutte aziende che hanno avuto un forte impatto positivo sulle comunità in cui operano. A completare l’offerta ci sarà la Scaletta, punto di riferimento per gli studenti, con il suo celebre “champagnone”. La chiusura del festival sarà affidata a un talk organizzato con la Fondazione Altro Mercato sul tema della climate justice con ospite Claudia Festi: un approfondimento sull’impatto sociale della crisi climatica, per informare e sensibilizzare su un cambiamento già in corso che sta causando sofferenze in molte parti del mondo. Si parlerà anche dei progetti che la fondazione porta avanti in Nicaragua e Guatemala, a sostegno delle comunità locali».
Da dove nasce la decisione di realizzare questo evento?
«In un certo senso nasce perché doveva nascere. Da quando siamo diventati associazione siamo cresciuti, e questo percorso ci ha portati naturalmente a voler fare un passo in più. Sntiamo il bisogno di alzare l’asticella, pur rimanendo fedeli alle nostre radici: i nostri progetti come Birrette, il Simposio e lo Zibaldone hanno sempre cercato di tenere insieme arricchimento culturale, confronto sociale e divertimento. L’evento di oggi porta con sé questo spirito, ma lo fa mettendo al centro un tema importante come la sostenibilità, e scegliendo una cornice che per noi ha un forte valore simbolico: piazza Maggiore, che ci lega alla Fondazione De Marchi e che ci ha visti crescere. Era importante per noi anche aprirci a un pubblico intergenerazionale. Viviamo un periodo in cui spesso si cerca di contrapporre giovani e anziani, studenti e adulti, come se le generazioni dovessero stare in conflitto. Noi crediamo invece che i valori comuni possano unire, e che sia proprio da lì che nasca la forza di un progetto come questo».
Nei vostri appuntamenti affrontate tanti temi, come mai avete scelto la sostenibilità?
«Perché oggi la parola “sostenibilità” è sulla bocca di tutti, ma troppo spesso resta soltanto una cornice vuota. Viene usata per fare un po’ di greenwashing, per darsi una bella immagine, senza che ci sia un reale impegno dietro. Noi invece vogliamo restituire a questo termine il suo vero significato: non solo parlarne, ma praticarla concretamente. Altra Piazza Fest nasce proprio da questo. È il risultato del lavoro di tante associazioni che, partendo dal basso e con risorse minime, ogni giorno si impegnano nelle loro comunità. Insieme abbiamo costruito una piazza fatta di impegno e di alleanze. E questa è la nostra idea di sostenibilità: riuscire a fare con poco, unire le forze, creare occasioni di confronto e crescita in un quartiere che ha bisogno di essere rigenerato. In questo senso la sostenibilità diventa non solo il tema dell’evento, ma anche il vestito che lo avvolge e lo rappresenta».