venerdì 7 Novembre, 2025

Alto Garda, la proposta del Comitato mobilità sostenibile: «Numero chiuso per le automobili cinque hub e navette elettriche»

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Il Cmst propone di limitare il numero di auto in circolazione e convogliarle verso parcheggi di attestamento strategici a Monte Oro, Baltera, Dro e Maza. Critiche alla variante di Torbole e al Piano della mobilità 2019: «Va aggiornato per evitare nuovi scempi ambientali».

Alto Garda Decidere qual è il numero sostenibile di veicoli in movimento per le strade dell’Alto Garda e imporre un limite oltre il quale attivare una circolazione periferica delle vetture da convogliare in quattro maxi hub strategici connessi con le principali località da navette elettriche con regolare cadenza giornaliera.
I parcheggi di attestamento
All’interno di questo disegno gli hub designati sarebbero Monte Oro a Riva per intercettare il flusso proveniente dal Garda bresciano, la Baltera sempre in un’ottica di accesso da sud ovest oltre che di convogliamento degli altri eccessi viari. Quindi si dovrebbe progettare un hub all’ex Cbs di Dro per intercettare il traffico proveniente da Nord, da Trento e dalla Valle dei Laghi; e, infine, l’hub che una certa parte politica spinge per realizzare alla Maza esattamente all’esterno della galleria alla Maza, prima della viabilità in accesso al Cretaccio. Questo diventerebbe il parcheggio di attestamento per chi proviene dalla Vallagarina e dal Garda veronese. Ed ecco che tutto si inserisce in una mobilità integrata nella quale la variante di Torbole gioca un ruolo determinante, così come la tipologia di soluzione che sarà adottata.
Il ruolo della variante di Torbole
La soluzione individuata dalla Provincia con ingresso in Conca d’Oro e uscita sulla Linfano sembra piacere, forse, solo a Torbole, ma non può diventare l’ennesimo terreno di scontro politico in cui tutto resta fermo. «Il dibattito pubblico sugli endemici problemi della mobilità in Alto Garda – intervengono i membri del Comitato Mobilità sostenibile del Trentino (Cmst) – talvolta rasenta la ridicolaggine. La variante di Torbole è una infrastruttura stradale molto importante per la risoluzione dei problemi ma riteniamo che sia necessario affermare che si devono adottare altri provvedimenti nel breve, medio e lungo termine altrimenti tali varianti serviranno solo a deviare i flussi di traffico verso il Cretaccio, incrementando ulteriormente la congestione esistente». Tutto ruota attorno al piano stralcio della Mobilità approvato nel 2019 dall’allora presidente della Comunità di Valle Mauro Malfer. «La versione D1 era prevista anche dal Piano stralcio della Mobilità mentre – continua il Cmst – la versione D2 della variante è la peggiore soluzione per i problemi paesaggistici ed ambientali che essa genera con l’attraversamento del Linfano». IL Cmst sposa le critiche sollevate dai comuni di Arco e Riva oltre che da parte dei consiglieri di opposizione provinciali. Resta il fatto che, secondo il Cmst il Piano Stralcio della Mobilità non è adeguato al vero quadro esigenziale del territorio e andrebbe corretto con una variante anche per correggere «scempi paesaggistici e ambientali quali l’hub di Via Sabbioni al Cretaccio e la galleria ferroviaria che attraversa completamente il Monte Brione fino al Porto S.Nicolò».
Porre un tetto massimo ai veicoli
Stando al disegno del Cmst che da anni studia tecnicamente le soluzioni di mobilità e viabilità non solo in Alto Garda ma in un sistema integrato sull’asta del Brennero con il bypass del capoluogo oltre a quello di Rovereto e alla connessione tra la Vallagarina e la Busa in ottica Tram Treno, l’azione da intraprendere nel breve termine è «la limitazione del traffico veicolare ad una determinata soglia di autovetture – spiegano dal Cmst -, superata la quale, il traffico verrà dirottato verso i parcheggi di attestamento della Baltera, Monte Oro, ex CBS a Dro e alla Maza e Caneve. Dai parcheggi di attestamento prevedere navette a trazione elettrica gratuite, con frequenza di 15 minuti, verso i centri abitati chiusi a Ztl». Nel medio, lungo termine, invece, puntare sulla realizzazione del Tram treno da Rovereto al Garda (il T del 17 gennaio).
Contrari e serate pubbliche
Tale sistema di trasporto potrebbe collegare Trento e Rovereto con i centri abitati di Torbole, Arco e Riva senza rotture di carico. Non ci sta nemmeno il Patt di Arco alla soluzione provinciale per la Variante di Torbole con Carlo Pedergnana che chiede il rispetto della volontà territoriale così come deciso nel Piano della mobilità: «I territori avevano deciso e questa soluzione non rispetta le volontà locali. L’Alto Garda è un territorio che esprime un terzo del pil del Trentino. Credo sia ora che qualcosa ritorni con costanza e convinzione anche qui da noi e che lo faccia con opere decise dal territorio. Si deve rispettare il piano della mobilità approvato nel 2019». Nel frattempo il gruppo politico di minoranza di Nago Torbole Rinascita e Sviluppo ha convocato un incontro pubblico per lunedì 17 novembre alle 20.30 alla sala ex Colonia Pavese per scongiurare «il timore principale che è che l’eventuale emergere di posizioni frammentate venga interpretato dalla Provincia come l’indisponibilità a ricevere l’opera, fornendo la motivazione per un riesame dell’impegno politico e finanziario già assunto».