Ambiente

lunedì 22 Settembre, 2025

Alto Garda, è scontro politico sull’inceneritore. La Lega: «Assurdo bloccare l’iter»

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I nuovi sindaci di Riva ed Arco contrari, la decisione sul sito andrebbe presa entro l'anno

La posizione netta di Riva e ora anche di Arco di rivedere all’interno del futuro sistema di Egato la realizzazione di un inceneritore quale mezzo per chiudere il ciclo dei rifiuti ha mobilitato la sede della Lega rivana che si scaglia contro l’amministrazione accusandola di voler rimettere in campo ideologie che prescinderebbero dall’obiettivo finale già deciso: «Nonostante la strada sia già segnata – scrivono – si cerca di riaprire un dibattito più ideologico che tecnico, con l’unico intento di tenere buona quella sinistra ambientalista che è alleato ingombrate e scomodo del governo della città». Per la Lega nella maggioranza vi sarebbero due pesi e due misure e viene puntato il dito contro la torre scenica, la rivalutazione del parco della Libertà, l’ex Omkafè ecc. «Come Lega Riva rivendichiamo con forza la scelta fatta dalla precedente amministrazione che ha scelto con senso di responsabilità di difendere e promuovere la realizzazione dell’impianto di termovalorizzazione che renderà il nostro territorio autonomo nella gestione del ciclo dei rifiuti».

Secondo la Lega l’accordo per la realizzazione di un impianto per la chiusura del ciclo dei rifiuti e l’Egato è stato sottoscritto con un’intesa fra comuni e Provincia nel dicembre 2024 e il comune di Riva ha ratificato in consiglio comunale e secondo la tabella di marcia entro il 2025 si dovrà scegliere la sede o meglio il comune che ospiterà l’impianto. «Si cerca di raccontare una storia distorta, o di illudersi che tutto possa cambiare – precisano -. La politica, quella seria, sa scegliere, un territorio come il nostro non può permettersi di esportare tonnellate di rifiuti e di avere discariche strapiene. Sappiamo perfettamente che la percentuale di differenziata può aumentare ma sicuramente non può andare oltre una certa soglia perché esistono rifiuti non differenziabili, inoltre l’inceneritore di Bolzano non può accogliere in toto i rifiuti trentini».

I leghisti ricordano inoltre che la precedente amministrazione aveva tentato in extremis di bloccare il bando attuale per la raccolta dei rifiuti, «consapevoli – spiegano – che il porta a porta così strutturato avrebbe comportato conseguenze nefaste in termini di gestione, di pulizia, di ordine e non da ultimo di organizzazione, ma siccome l’arte del non scegliere ha sempre più seguaci oggi la soluzione “in house” esce dal cappello di chi allora aveva abortito la proposta. Se non si sceglie non si sbaglia mai». La Lega rivana ribadisce quindi l’assoluta necessità di procedere alla costruzione dell’impianto «che consentirà di bruciare circa 80.000 tonnellate di rifiuti all’anno, scegliere di esportare i rifiuti verso altre provincie quali Bergamo, Brescia e Bolzano non produrrà altro che tariffe che continueranno a crescere e peseranno sempre di più sulle famiglie trentine. Rimettere in discussione una scelta già sottoscritta, che tra l’altro richiede un tempo tecnico di realizzazione è irresponsabile oltre che dannoso, la nostra città e la nostra provincia meritano amministratori coraggiosi e seri che pensano a risolvere i problemi dei cittadini e non a sedare frange ideologiche e politicizzate».