Trento
mercoledì 11 Giugno, 2025
Alessio Agostini trovato morto, l’avvocato: «Travolto dal processo, voleva collaborare e chiarire la sua posizione»
di Redazione
Parla il legale Giuliano Valer: «Non c'erano state avvisaglie, ma era preoccupato per sé e per i suoi familiari»

Non ci sarebbero state avvisaglie. Alcun segnale di allarme che potesse preannunciare la tragedia. «Solo la fragilità emotiva tipica di chi subisce il processo penale, la macchina schiacciasassi del processo penale, con quattro elementi psicologici che pesano sull’indagato e cioè l’onta sociale, il timore per sé e per i propri familiari, e l’incertezza nel futuro». L’avvocato Giuliano Valer aveva sentito Alessio Agostini solo lunedì e ieri lo avrebbe dovuto incontrare ma la telefonata disperata dei familiari l’ha portato a raggiungere l’abitazione di via del Suffragio all’ora di pranzo. Pensare che solo lunedì il legale aveva depositato ricorso per Cassazione per sollecitare l’annullamento degli arresti domiciliari disposti a fine maggio dal tribunale del Riesame di Trento. Ad essere impugnata, appunto, l’ordinanza con cui i giudici avevano disposto la scarcerazione del 42enne dal penitenziario di Montorio Veronese, disponendone la «reclusione» in casa. Con la possibilità di vedere la sola compagna convivente che lo aveva reso padre pochi giorni prima che i finanzieri si presentassero a casa con il provvedimento di arresto del giudice, a stravolgere la quotidianità. Era il 7 maggio scorso.
Alessio Agostini fin da subito aveva negato le accuse che gli venivano contestate nell’ambito dell’inchiesta «Sciabolata» (dall’apertura delle bottiglie in cui si dilettava il fratello Gabriele, postando i relativi filmati sui social). In videocollegamento dal carcere con il giudice per le indagini preliminari Gianmarco Giua, non aveva proferito parola sulle accuse che gli venivano rivolte, rispetto cioè all’affare del Grand Hotel Imperial di Levico, a quel bando che si sarebbe fatto confezionare «ad hoc» per ottenerne la gestione, «comprando» – è ancora la contestazione – l’allora numero uno di Patrimonio del Trentino, Andrea Villotti, con regali, pranzi e cene al Green Tower ed entrate al centro benessere dell’Hi hotels, oltre a presunte promesse di soldi. Un silenzio, allora, che non era dettato affatto dalla mancata volontà di chiarire, di spiegare che non era affatto così. «Alessio Agostini era sicuro che l’attento esame delle carte avrebbe dimostrato che non c’era stata alcuna forma di corruzione» riferisce l’avvocato Valer, tanto che anche in sede di Riesame il ristoratore aveva manifestato l’intenzione di farsi interrogare dal pm, per evidenziare che il bando andato deserto per l’hotel era stato di 8,7 milioni, mentre lui ne avrebbe offerti 10, come insomma non avrebbe goduto di alcun favore. Ma non ci sarà alcun chiarimento con gli inquirenti, nessun interrogatorio. Solo il greve silenzio di una morte che è un pugno nello stomaco. «Lasciamo la famiglia al suo dolore e preghiamo per chi ci ha lasciato» conclude Valer.
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