giudiziaria

giovedì 12 Giugno, 2025

Alessio Agostini, disposta l’autopsia sul corpo del 42enne. Si indaga per istigazione al suicidio

di

La compagna dell'uomo è stata convocata in Procura. Ieri il sopralluogo degli investigatori nell’appartamento di via del Suffragio dove il ristoratore era ai domiciliari

Trovato morto in casa, dove era ristretto agli arresti domiciliari: la Procura di Trento ha disposto una serie di accertamenti sul decesso del ristoratore 42enne Alessio Agostini, tra i principali indagati dell’inchiesta «Sciabolata». A trovarlo senza vita, martedì, era stata la compagna rientrata attorno alle 13.30 nell’appartamento di via del Suffragio assieme alla figlia di poco più di un mese, affidata sotto casa al cognato Gabriele Agostini (fratello di Alessio, a sua volta scarcerato ma tornato nel frattempo libero). Una tragedia, questa, in parte inspiegabile per i familiari, in particolare per la compagna del ristoratore che ha chiesto si faccia chiarezza. Che attende di avere risposte.
Le indagini sono state disposte a stretto giro. E su più fronti. Domani verrà conferito l’incarico al medico legale chiamato ad effettuare l’autopsia sull’imprenditore. Intanto già ieri mattina la polizia giudiziaria ha effettuato un sopralluogo nell’abitazione del centro storico, per gli accertamenti del caso, mentre la compagna del 42enne è stata convocata in Procura per riferire sui drammatici fatti. Insomma verifiche, investigazioni, a 360 gradi, per riuscire a dare un senso alla tragedia, per fugare ogni eventuale dubbio e non lasciare nulla di intentato. Il fascicolo aperto dalla pm Alessandra Liverani ipotizza il reato di istigazione o aiuto al suicidio ma è a carico di ignoti, non ci sono infatti nomi riportati sulla copertina.
La compagna in Procura
Secondo la convivente di Alessio Agostini questi non aveva manifestato un malessere tale che lasciasse presagire il dramma. Non ci sarebbero stati comportamenti anomali, eventuali indizi che portassero a temere per lui. Almeno è quanto avrebbe riferito la donna in Procura ieri mattina, ricostruendo le ultime ore e giornate, ripercorrendo gli angoscianti, terribili istanti in cui, oltrepassata la soglia di casa, si è trovata davanti il compagno senza più respiro. Senza battito. Quello che i soccorritori hanno tentato di fargli tornare proseguendo il massaggio cardiaco per una quarantina di minuti circa. Uno sforzo che però, purtroppo, non è valso a salvare la vita al cogestore del Green Tower di Trento. E allora le urla hanno lasciato spazio alle lacrime. A un dolore assordante. Squassante. «La compagna di Alessio Agostini ha chiesto che siano fatti accertamenti, a partire dall’autopsia appunto, richiesta che la Procura ha accolto, per riuscire a capire cosa sia successo martedì, per porre fine alla vicenda senza escludere alcuna pista. Lei non si capacita visto che non c’era stato alcun tipo di avvisaglia, non si rassegna» fa sapere l’avvocato Giuliano Valer che ha assistito il 42enne fin da quando – era il 7 maggio scorso – i finanziari si sono presentati a casa per trasferirlo in carcere (misure cautelari erano scattate allora anche per il padre Claudio e il fratello Gabriele, accolti però in penitenziari diversi). Alessio Agostini aveva lasciato la cella di Montorio Veronese il 29 maggio per tornare a casa. Non però da libero, «recluso» nel suo appartamento, come disposto dal Riesame. Pensare che solo lunedì il legale aveva depositato ricorso per Cassazione per sollecitare l’annullamento degli arresti domiciliari disposti dal tribunale del Riesame di Trento.
Accuse respinte
E Agostini, così come già manifestato, era pronto a comparire davanti al pm titolare dell’inchiesta per spiegare la sua posizione, per scrollarsi di dosso le accuse di corruzione e di turbativa d’asta rispetto all’affare del Grand Hotel Imperial di Levico, a quel bando che per gli inquirenti si sarebbe fatto confezionare «ad hoc» per ottenerne la gestione, «comprando» i favori – è ancora la contestazione – dell’allora numero uno di Patrimonio del Trentino, Andrea Villotti, con regali, pranzi e cene al Green Tower ed entrate al centro benessere dell’Hi hotels, oltre a presunte promesse di soldi. Contestazioni negate fin da subito dall’imprenditore. Quelle davanti alle quali non avrà più possibilità di urlare la sua innocenza.