L'analisi
domenica 16 Novembre, 2025
Affitti turistici brevi, l’Europa stringe la morsa: i modelli da Svizzera, Tirolo e Barcellona che mancano al Trentino
di Simone Casciano
Mentre in Trentino oltre 60mila seconde case potrebbero entrare nel mercato degli affitti brevi, molti Paesi europei hanno già imposto limiti severi per proteggere residenti e prezzi delle abitazioni: dalle soglie svizzere ai divieti del Tirolo, fino alla linea dura di Barcellona e ai limiti di Berlino e Amsterdam
Mentre in Italia e in Trentino ancora le normative non si vedono, molti Paesi europei sono corsi ai ripari con leggi che regolamentano, e in molti casi mettono un vero e proprio freno, al fenomeno degli affitti turistici brevi. Una scelta che forse sarebbe necessaria anche in Italia e in Trentino se sono veri i dati, diffusi venerdì nel corso della Borsa del turismo montano, che vedono più di 60mila seconde case in provincia potenzialmente pronte ad entrare nel mercato dell’affitto turistico, generando circa 250mila posti letto (Il T di ieri). Un’esplosione, favorita dalla bassa tassazione e dalla quasi assente regolamentazione, che da una parte rappresenta per i proprietari di casa un’allettante occasione di guadagno, ma dall’altra rischia di generare trasformazioni profonde nel tessuto urbano di città e località turistiche, non governate dalla amministrazioni pubbliche. Vale la pena quindi guardare a come gli altri Paesi europei hanno affrontato il fenomeno.
Svizzera: potere locale
La Svizzera costituisce un modello particolarmente interessante perché combina una forte regolamentazione federale con ampi margini di autonomia per Cantoni e Comuni. Il quadro normativo è dominato dalla Legge federale sulle abitazioni secondarie (Zwg), che limita la possibilità di costruire nuove seconde case nei Comuni che superano la soglia del 20%. ll Zwg incide invece sulla classificazione degli immobili, distinguendo tra prime case, seconde case e alloggi «turisticamente gestiti», che devono rispettare criteri di effettiva messa a reddito e di disponibilità turistica. La questione dei giorni di affitto, e dunque dell’eventuale trasformazione dell’attività in uso commerciale, è regolata invece da norme cantonali o comunali. In alcuni territori, come nel Canton Ticino o nel Canton Lucerna, affittare un alloggio turistico per più di un certo numero di giorni fa scattare obblighi ulteriori, si può farlo solo fino a 90 giorni. In questo contesto, il tema della destinazione d’uso incide anche sul valore degli immobili. In genere, le abitazioni classificate come seconde case hanno un valore di mercato più elevato, perché sono beni rari e molto richiesti, soprattutto nei comuni alpini saturi dove non è più possibile costruirne di nuove. Classificarli come turistici quindi porta un guadagno immediato, ma anche la svalutazione dell’immobile.
Il controllo in Tirolo
Il Tirolo è considerato una delle regioni europee più rigide nella regolamentazione degli affitti turistici. La normativa distingue tra uso residenziale, seconde case e appartamenti turistici professionali, imponendo vincoli severi e procedure di autorizzazione per chi vuole destinare un immobile all’affitto breve. Le seconde case sono fortemente limitate e soggette a permessi specifici, e molte municipalità hanno introdotto zone in cui è vietato aprire nuovi appartamenti turistici, in base alla pressione abitativa. L’obiettivo è proteggere la residenzialità, evitando che affitti e acquisto arrivino a prezzi proibitivi.
La stretta di Barcellona
Barcellona rappresenta probabilmente il caso più radicale. Dopo anni di crescita incontrollata del turismo, il Comune ha introdotto un sistema di licenze altamente restrittivo, fino al punto di bloccare completamente il rilascio di nuove autorizzazioni per gli affitti brevi nel centro storico. Senza licenza, l’attività è considerata illegale e vengono applicate sanzioni molto pesanti. Nel 2024 l’amministrazione comunale ha annunciato ulteriori misure per eliminare progressivamente gli appartamenti turistici in alcune zone della città. Anche la Spagna, a livello nazionale, sta lavorando a una cornice legislativa più uniforme.
Il Nord Europa
Anche Berlino e Amsterdam sono tra le capitali più impegnate sul fenomeno. A Berlino ci sono forti restrizioni, ad Amsterdam il limite dell’affitto turistico è posto in appena 30 giorni in tutto l’anno. L’analisi mostra uno schema ricorrente: nelle zone ad alta pressione turistica, dall’arco alpino alle grandi metropoli, l’affitto breve è regolato sempre più severamente. Le ragioni sono sempre le stesse: contenere l’aumento dei prezzi delle abitazioni, tutelare i residenti e mantenere l’equilibrio urbano. Una lezione che, prima o poi, forse arriverà anche in Trentino e in Italia.
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