I numeri

lunedì 29 Dicembre, 2025

Acquisti online, Trentino primo in Italia per l’utilizzo delle piattaforme e-commerce

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Per la Cgia di Mestre sono 268mila i residenti in Trentino che hanno effettuato acquisti sul web

Quasi la metà dei trentini ha scelto di affidarsi alle piattaforme e-commerce per effettuare i propri acquisti nel corso dell’anno. Lo rivela un’indagine dell’ufficio studi della Cgia di Mestre, che ha calcolato il ricorso al commercio online nella varie regioni italiane e e nelle due province autonome di Trento e Bolzano. Primo in classifica è risultato proprio il Trentino, seguito a ruota dalla Valle d’Aosta e dalla Toscana, l’Alto Adige si piazza invece soltanto all’undicesimo posto.

La classifica
In termini di valore economico la Cgia di Mestre stima che l’anno scorso gli acquisti e-commerce da parte degli italiani abbiano toccato i 58,8 miliardi di euro, 38, 2 miliardi per gli acquisti di prodotti e 20,6 per quello di servizi. Va detto però che l’Italia è tra i Paesi europei che fanno meno ricorso al commercio online. Secondo gli ultimi dati Eurostat riferiti al 2024, il 53,6% degli italiani ha realizzato un acquisto online di beni o servizi. Tra i 27 paesi dell’Unione europea, solo la Bulgaria presenta una quota di persone sul totale nazionale (49,8%) inferiore alla nostra. La media europea ha toccato il 71,8 %, con punte del 90,8 in Danimarca, del 94 nei Paesi Bassi e del 94,7 in Irlanda. Rispetto a 10 anni prima, la variazione in Italia è stata del +31,3%, contro una media europea del +25,6.
Insomma, l’Italia è ancora nelle posizioni di coda della graduatoria continentale, ma sta recuperando terreno e nel medio-lungo periodo dovremmo avvicinarci agli Stati che presentano una maggiore propensione a eseguire gli acquisti attraverso il commercio elettronico.
Venendo al dettaglio delle province, stando all’analisi effettuata della Cgia di Mestre, sulla basa degli ultimi dati Istat riferiti al 2024, la percentuale più elevata di residenti che negli ultimi 12 mesi hanno effettuato un acquisto con il commercio elettronico è stata registrata proprio nella provincia autonoma di Trento: in Trentino infatti 268mila cittadini, il 49, 2% del totale hanno utilizzato l’e-commerce per i propri acquisti. Seguono la Valle d’Aosta con il 47,2 (58mila), la Toscana con il 47 (1 milione e 722mila) e il Friuli Venezia Giulia con il 46,4 (554mila). Chiude la graduatoria nazionale la Calabria con il 27,6% (pari a 507mila consumatori), mentre la provincia di Bolzano si piazza all’undicesimo posto con il 43,5% di residenti che hanno effettuato acquisti online, ossia circa 234mila persone.

Settori e negozi fisici
Il settore con la quota di penetrazione delle vendite online più elevata è l’abbigliamento, scarpe e accessori. L’anno scorso il 23,2% degli acquisti di questi prodotti è avvenuto per mezzo del commercio elettronico. Seguono gli articoli per la casa, mobili e giardinaggio con il 13,7%, i film o le serie in streaming con il 13,4%, i servizi di trasporto con l’11,4 e i prodotti cosmetici con il 9,5.
Secondo la Cgia, l’e commerce è un fenomeno strutturale, ma non è detto che la sua diffusione porterà alla cancellazione dei negozi di prossimità. Infatti, il commercio fisico mantiene ancora la quota dominante delle vendite e rimane centrale nelle abitudini dei consumatori: nonostante negli ultimi anni il commercio elettronico abbia mostrato tassi di crescita più che doppi rispetto a quelli dei piccoli negozi di prossimità, i dati più recenti indicano che circa il 90% delle vendite al dettaglio di prodotti continua a svolgersi nelle attività commerciali fisiche. Manca, tuttavia, una cornice politica ed economica che permetta alle piccole attività locali di competere su parametri equi, riconoscendone il valore economico e sociale. Per la Cgia dunque, serve da un lato attuare interventi urbanistici e fiscali che alleggeriscano il costo dell’affitto, delle tasse locali e favoriscano gli investimenti nei centri storici e nei quartieri; dall’altro investire su strumenti di trasformazione digitale per le piccole attività non tramite bandi episodici, ma attraverso misure strutturali.