Chiesa e società

venerdì 17 Ottobre, 2025

Abusi nella Chiesa, il dossier del Vaticano: la diocesi di Bolzano è un esempio di trasparenza. Ma il resto del Triveneto non è pervenuto

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Il Vaticano accusa la Cei di non avere fatto abbastanza

La diocesi di Bolzano – Bressanone è un esempio di trasparenza per quanto riguarda il dossier sugli abusi. Lo dichiara niente meno che la pontificia commissione per la tutela dei minori, organo del vaticano, nel secondo rapporto annuale dedicati agli strumenti con cui la Chiesa cattolica intende affrontare il sinonimo. «Un importante rapporto – si legge nelle pagine della commissione –  è stato pubblicato dalla diocesi italiana di Bolzano-Bressanone nell’ambito del progetto “Il coraggio di guardare”. Il Gruppo Regionale accoglie con favore questo impegno per la verità e la trasparenza, in quanto rappresenta un passo importante nel percorso verso le riparazioni alle vittime». Il lavoro della diocesi altoatesina copre 60 anni di casi e affronta la questione in modo sstemico, analizzando le responsabilità istituzionali, oltre a quelle individuali.

Ma ci sono anche le note più gravi: il documento, infatti, pubblicato giovedì 16 ottobre, segnala una certa «resistenza culturale» da parte dell’episcopato italiano nell’affrontare apertamente il tema e accusa la CEI di non aver istituito un ufficio centrale per raccogliere segnalazioni e denunce, come previsto dagli standard internazionali.

Uno dei punti più contestati riguarda il questionario quinquennale, che la Commissione invia alle diocesi di tutto il mondo per monitorare l’attuazione delle norme sulla tutela dei minori.
Secondo il Vaticano, in Italia solo 81 delle 226 diocesi hanno risposto al questionario. La CEI ha però replicato, sostenendo che il 94% delle diocesi ha partecipato a un’indagine interna, non considerata nel rapporto, e che negli ultimi anni è stata completata una rete di servizi territoriali per la tutela dagli abusi in tutte le regioni ecclesiastiche.

Il contrasto tra la Commissione e la CEI è significativo anche perché questa volta le critiche arrivano da dentro il Vaticano. Non è la prima volta che la Chiesa italiana viene accusata di lentezza e opacità nel trattare i casi di abuso: già tra il 2022 e il 2023 la CEI aveva pubblicato un proprio rapporto, giudicato da molte associazioni parziale e limitato per quantità e qualità dei dati.

Nel rapporto, la diocesi di Trento non è citata: ma si segnala, con rammarico, il fatto che la Conferenza episcopale triveneta (di cui fa parte, come anche Bolzano Bressanone)  non risulta ancora tra quelle incontrate dalla pontificia delegazione.