Val di Fassa

mercoledì 31 Dicembre, 2025

Centro Traumatologico di Sèn Jan di Fassa, si punta a riaprire a gennaio

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In arrivo un bando per trovare infermieri anche per Campiglio. Il conseier De Sirena: «Ci siamo attivati per individuare un alloggio che possa ospitare il personale medico necessario al Cto»

Il 2025 si chiude con una notizia incoraggiante per la Val di Fassa: la riapertura del Centro Traumatologico di Sèn Jan di Fassa potrebbe diventare realtà già nel mese di gennaio. A confermarlo alcuni rappresentanti istituzionali, che parlano di percorso avviato e di una volontà condivisa nel trovare una soluzione in tempi davvero brevi: «Stiamo lavorando tutti perché il CTO, un servizio importante per la Val di Fassa, entri in funzione quanto prima. L’interesse a trovare una soluzione è chiaramente comune», afferma il consigliere provinciale ladino Luca Guglielmi. Sulla stessa linea Edoardo Felicetti, procurador del Comun General de Fascia: «In questi giorni, abbiamo avuto a più riprese contatti con l’Azienda per i Servizi Sanitari e l’Assessorato provinciale alla Salute e siamo riusciti a riattivare una situazione che si era improvvisamente bloccata la settimana scorsa».
Dall’Azienda Sanitaria filtra però un atteggiamento più cauto: intanto la priorità è quella di avviare un bando di selezione per trovare gli infermieri e poter riattivare così sia il Cto di San Giovanni che quello a Campiglio. Il bando è atteso ormai a giorni, e non si esclude di ricevere già disponibilità anche fuori da questa graduatoria.
Sul tema si è aggiunto anche il commento dell’assessore provinciale Mario Tonina: «Dal punto di vista politico abbiamo sempre detto che era necessario garantire il servizio dei due Cto – afferma -. E abbiamo ribadito che l’Apss dovesse garantire l’apertura tramite personale qualificato».
Dopo aver avuto l’annuncio (verso il 20 dicembre) da parte dell’Apss dell’apertura a partire dal 28 dicembre, qualche giorno fa si era palesata la difficoltà di trovare il personale infermieristico destinato al centro traumatologico fassano. «La carenza di personale sanitario – sottolinea Felicetti – è un problema diffuso a livello provinciale, ma dopo gli ultimi scambi con Provincia e Apss siamo fiduciosi che il servizio di Sèn Jan partirà a gennaio». Entra maggiormente nel dettaglio Gianluigi De Sirena, conseier de procura alla sanità del Comun General: «Ieri sono stato interpellato dal dottor Enrico Nava, direttore del Distretto Est dell’Apss di Trento Nava della provincia, per trovare l’alloggio per gli infermieri. Così, mi sono attivato subito rivolgendomi a tutti i sindaci. In poco tempo, il comune di Moena, che aveva messo a disposizione un appartamento anche l’anno scorso, lo ha reso subito disponibile. Ci auguriamo, a questo punto, che anche questo ostacolo sia superato e che a gennaio, come ci è stato prospettato, prenda il via questo importante servizio per la comunità e i nostri ospiti». Il centro traumatologico, infatti, ha una funzione rilevante in Val di Fassa, durante tutto l’inverno e in special modo nei periodi di maggior afflusso turistico, quando di conseguenza cresce anche il numero di infortunati sulle piste da sci, che trovano sul territorio un presidio sanitario competente a cui rivolgersi. Il Cto si occupa, principalmente, della traumatologia degli sportivi coinvolti in incidenti con gli sci, a cui viene offerto un trattamento d’emergenza.
La notizia della mancata attivazione del servizio sanitario aveva quindi suscitato diverse preoccupazioni. La sua assenza infatti farebbe sentire i suoi effetti sia sul Pronto Soccorso dell’ospedale di Cavalese sia sul servizio trasporto infermi. Tutti i casi traumatici, anche di lieve entità, sarebbero trattati dal personale dell’ospedale di Cavalese. Per le autoambulanze si prevede un super lavoro specialmente per la media e alta Val di Fassa. Da Canazei a Moena, sono disponibili quattro autolettighe pronte a partire sia di notte che di giorno. A queste se ne aggiunge una quinta presente a Vigo di Fassa dalle 10 alle 18. Un mezzo di soccorso che parte dalla sede di Canazei impiega per un intervento una media di due ore per recarsi sul luogo dell’incidente, ospedalizzare l’infortunato e rientrare. Un intervallo troppo lungo considerando che non si verificano solamente traumi sulle piste, ma ci sono malori, infortuni domestici e incidenti stradali. «Abbiamo lavorato intensamente due anni fa per la sua riapertura. Una valle come la nostra non si può permettere di restare senza un presidio sanitario così importante», aggiunge ancora il consigliere Guglielmi.