letteratura
giovedì 4 Dicembre, 2025
«Il piccolo principe» ora è anche in noneso: Alberto Dalpiaz ha tradotto in dialetto l’opera di Antoine de Saint-Exupéry
di Walter Iori
È il testo più tradotto al mondo dopo la Bibbia. «El Prinzipot» è nato da un’iniziativa dell’editore del Melo: «Non sarà l’ultima»
«Il Piccolo Principe» dello scrittore francese Antoine de Saint-Exupéry, è il secondo libro più tradotto al mondo dopo la Bibbia ed ora, grazie ad un’inedita operazione editoriale de «Il Melo», potrà essere letto ed ascoltato in dialetto noneso. Così bambini, ragazzi ed anche adulti potranno conoscere «El Prinzipot», come ha deciso di tradurlo l’architetto Alberto Dalpiaz che ha utilizzato il dialetto noneso del Contà, dove è nato e cresciuto.
Questo racconto filosofico, pubblicato nel 1943, è stato reso in oltre 475 lingue. La trecentesima traduzione del libro è stata in hassaniyya, un dialetto arabo parlato in un’ampia regione tra il sud del Marocco e la Mauritania. Ciò è piuttosto significativo, perché fu proprio in Marocco, e più precisamente a Cape Judy, nella regione desertica in cui si parla l’hassaniyya, che Saint-Exupéry trovò l’ispirazione per produrre quest’opera. Il capolavoro letterario è un testo per ragazzi che in 24 capitoli si avventura nella mente umana attraverso simboli e domande che il protagonista, un ragazzino curioso piovuto da chissà quale altro mondo a bordo di un asteroide, rivolge al pilota fermo con il suo aeroplano in panne nel pieno di un deserto. Ne nasce un serrato dialogo che va scoprire valori e principi dell’uomo attraverso immagini e concetti della fantasia che si mescolano alla realtà con simboli concreti fatti di cose, animali, paesaggi.
La versione in noneso de «Il Piccolo Principe» con annessa versione audio, è stata presentata nei giorni scorsi a Cles, nella sala baronale del palazzo assessorile dall’Editore de Il Melo, Paolo Leonardi con l’autore della traduzione, Alberto Dalpiaz e l’intervento della sindaca Stella Menapace, del vicesindaco ed assessore alla cultura Vito Apuzzo e del vicepresidente della Comunità di valle, Andrea Biasi. La prefazione è stata scritta dal più noto poeta valligiano vivente, Fabrizio da Trieste e l’introduzione dal direttore del mensile, Giacomo Eccher. «La pubblicazione – ha sottolineato l’Editore nel suo intervento – si inserisce nel solco della valorizzazione e la promozione dell’uso dell’idioma noneso, che “Il Melo” porta avanti fin dal primo numero pubblicato nel luglio 2014. L’interesse per questa novità ci fa pensare ad altre simili proposte e saranno ben valutate tutte le proposte che arriveranno dal territorio».
L’architetto Dalpiaz ha sottolineato che «il messaggio principale del “Piccolo Principe” è un invito a riscoprire i valori essenziali della vita come l’amore, l’amicizia e la genuinità, guardando il mondo con il cuore e non solo con gli occhi: l’essenziale è invisibile agli occhi e ciò significa che le cose più preziose non sono tangibili, e per quanto riguarda l’amicizia si diventa responsabili per sempre di ciò che si è addomesticato». Apprezzamento per l’iniziativa è stata espressa dalla sindaca Menapace e, con una nota, dall’assessore provinciale all’Autonomia Marchiori. Tra gli intervenuti alla presentazione, da segnalare la presenza di una scolaresca della scuola primaria di Cles, in rappresentanza di tanti bambini e ragazzi della valle di Non che potranno gustarsi l’opera in dialetto. «Questa è davvero una bella idea – ha evidenziato il vicepresidente della Comunità di Valle Andrea Biasi – a testimonianza che la cultura può essere trasmessa in diverse modalità, con il coinvolgimento dell’imprenditoria locale e di tutto il territorio».
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