comunità

giovedì 13 Novembre, 2025

Rovereto approva la cittadinanza (simbolica) per minori stranieri. È la prima città in Trentino

di

Verrà conferita a studenti di origini straniere ma nati in Italia che abbiano completato almeno un ciclo scolastico o un percorso di formazione professionale

Rovereto approva, primo Comune in Trentino a farlo, la «cittadinanza speciale per minori stranieri». Un istituto simbolico, che nel concreto non modificherà i diritti dei ragazzi e delle ragazze under 18, figli di genitori stranieri ma nati in Italia, che a Rovereto sono 1.119 guardando ai numeri degli alunni iscritti alle scuole cittadine (dati del Ministero dell’istruzione e sono aggiornati all’anno scolastico 2022-2023), ma manda un segnale forte a questi giovani con l’obiettivo di farli sentire parte integrante, importante, visibile della comunità roveretana. Il dispositivo non concede loro i diritti di chi la cittadinanza l’ha per nascita o per acquisizione, ma dice: ci siete, contate, siete parte vera, legittima e concreta della comunità. L’iniziativa approvata dal Consiglio comunale dopo una lunga discussione, nasce da una mozione proposta da tutte le forze di maggioranza del consesso roveretano, ossia Officina Comune Partito democratico, Alleanza verdi e sinistra, Campobase, Civici per l’Autonomia e Rovereto Libera.

Il testo prevede che la cittadinanza speciale venga conferita a tutti i minori stranieri residenti a Rovereto, nati in Italia da genitori stranieri regolarmente soggiornanti o nati all’estero e che abbiano completato almeno un ciclo scolastico o un percorso di formazione professionale. Il testo impegna inoltre la Giunta comunale a istituire una «Giornata della cittadinanza» nella quale celebrare le nuove cittadine e i nuovi cittadini, riconoscendone «il loro contributo alla vita sociale, culturale, economica e politica, in ambito cittadino, ma non solo». Un dispositivo che prevede un atto di volontà, ovvero che venga avanzata la richiesta di ricevere questa cittadinanza simbolica da parte dei diretti interessati, e va declinato, così ha spiegato l’assessora Silvia Valduga, in iniziative precise di formazione e informazione. L’approvazione del documento era scontata visto che tutta la maggioranza si è fatta promotrice della mozione, ma il dibattito in aula è stato lungo e ha evidenziato non solo le posizioni lontane fra loro fra i gruppi di “destra” e “sinistra”, per usare due categorie riconoscibili, ma anche la delicatezza di un provvedimento che ha visto oltre due ore di dibattito e interventi preparati e complessi.

La sindaca Giulia Robol ha parlato di «un tema di realtà, non ideologico di una sola parte politica, ma con conseguenze quotidiane, dal mancato accesso alle borse di studio, ai concorsi pubblici. Un cambiamento che l’Italia sta vivendo in maniera naturale, generato dallo spostamento, sempre avvenuto nella storia, dell’umanità in luoghi dove sia più facile vivere». Lungo questa falsariga gli interventi della maggioranza, dall’altra un approccio diverso: Marco Zenatti e Cinzia Cellucci (entrambi FdI) hanno sottolineato l’«Inutilità di un provvedimento, anche simbolico, per i minorenni, che non comprendono nemmeno la questione della cittadinanza e hanno comunque lo stesso accesso ai diritti fondamentali come istruzione e sanità degli altri». Alla votazione finale tutta la maggioranza compatta – 22 i voti la scorsa sera – ha sostenuto il provvedimento assieme ai voti favorevoli di Gianpiero Lui, Fation Mullici e Fabio Degasperi. Contrari gli esponenti di Fratelli d’Italia Marco Zenatti, Cinzia Cellucci e Luca Dapor. Si è astenuto il consigliere Domenico Catalano e ha dichiarato la sua non partecipazione al voto il consigliere Ivo Chiesa.